Controcorrente

Gli studenti che hanno scelto di vivere coi nonni

Sono passate da poco le sei di sera e Sidorela Cuedari, 21 anni, maglietta di cotone, zaino e sandaletti, varca la soglia della casa Verdi.

Vai a trovare la tua nonna?

«No, qui sono tutti i miei nonni, anche quelli più giovani. Io abito qui con loro».

Ah, fai parte della quota giovani?

«Si, tra un'oretta ceneremo tutti assieme, ragazzi e ospiti più anziani».

Come ti trovi?

«Le dico solo che ho le chiavi per entrare dal cancello sul retro ma passo sempre dall'ingresso principale. Sono così fiera di entrare qui dentro che ogni volta mi gusto questo piccolo momento».

Si-do-re-la. Un nome, un destino. Come mai ti hanno chiamato così?

«Mia mamma in Albania studiava violino, come me oggi. Ma ai tempi era un lusso, erano anni difficili per il mio paese. Ha dovuto sospendere gli studi ma la passione per la musica non le è mai passata. Per questo mi ha chiamato così. Quando ero piccola la seguivo nei solfeggi e nella musica. Allora mi ha iscritto a una scuola».

Come sei arrivata qui?

«Con la mia famiglia ho sempre vissuto a Reggio Calabria. Ho imparato l'italiano molto facilmente, a scuola andavo bene, senza problemi. Allora ho deciso che era arrivato il momento di uscire dalla mia comfort zone e mi sono iscritta al Conservatorio di Milano. E fortunatamente mi hanno accettata alla casa Verdi».

Chiedi mai consigli ai musicisti della Verdi?

«Molto spesso. Al mio tavolo c'è Stefania, contralto. Per me è una nonna, ci confrontiamo tanto. Mi dà consigli sulla musica e anche sull'amore. Mi dice sempre di tentare e non arrendermi mai».

Cosa vorresti fare da grande?

«O la concertista oppure vorrei entrare nella Filarmonica della Scala. O ancora nell'Orchestra Verdi. Per ora studio e sento che la mia passione continua a crescere. Non smetterei mai. Pensi che ogni tanto la sera sforiamo gli orari dell'istituto e ci intratteniamo in qualche sala a cantare e suonare. Di tutto, non solo la classica. Io ascolto molto i Queen, Amy Winehouse, il rock».

Ascolti anche la trap?

«Diciamo che so cos'è. La ascolto se passa in radio. Giusto per informarmi e capire cosa sia».

«Sidorela, vieni», si sente da un pianoforte. È Raimondo Campisi, ospite della Casa. «Senti, questo pezzo l'ho scritto per te».

E accarezza la tastiera rendendo le note del suo nome una dolcissima melodia.

Commenti