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Sud America in vetrina, l’Italia compra nel retrobottega

Non c’è un solo argentino fra i convocati di Batista che giochi il Clausura, sono tutti in Europa ad eccezione di Carrizo, costano cifre fuori range per i nostri club, hanno già ingaggi importanti e neppure il tanto reclamizzato Eric Banega in realtà sogna la serie A. Interessa il portiere del River, J.P.Carrizo?
Benvenuti alla 43ª edizione della coppa America, una volta tradizionale vetrina del mercato italiano, oggi solo un pool di desideri da ammirare al di là del vetro. I santisti Ganso e Neymar cari e sempre più lontani, per giunta extracomunitari. Ma hanno un ottimo ufficio alle spalle e hanno convinto proprio tutti, nel ritiro del Brasile offuscano Julio Cesar, Maicon e Lucio, tre campioni del Mondo per club, ma anche Pato e Robinho. Fotografi e cronisti tutti per loro e perfino Alexandre Pato ha finito per glorificarli: «La loro popolarità è più che legittima, Neymar si merita tutto questo, così come Ganso merita la Seleçao e il 10 sulle spalle. A qualcuno non piace vederlo giocare ma sa velocizzare il gioco come pochi, uno che mette gli attaccanti davanti alla porta». Peccato che al Milan stia perdendo clamorosamente terreno a favore del difensore esterno Danilo, peraltro neppure convocato da Antonio Wenker Menezes. Su Neymar c’è mezza Europa, appena il mercato prende quota, l’asta sarà pesantissima. Ieri sera è stato largamente il migliore nel sorprendente 0-0 contro il Venezuela, in ombra Ganso, un palo di Pato poi sostituito come Robinho. Due righe su Lamela e Alvarez, già dato all’Inter mancherebbe solo l’ufficialità. Nel gruppo B risultano tranquillamente assenti, vengono da una stagione da paura, Erik Lamela, 19 anni, un metro e 83, è retrocesso con il River Plate, magari non per forza per colpa sua, Ricardo Gabriel Alvarez, detto Ricky, è un colosso di 23 anni di quasi un metro e 90 che gioca nel Velez e fa il trequartista. Costa 15 milioni più un altro 25 per cento che si divideranno il suo procuratore e l’Afa, la federazione argentina che vanta diritto sui trasferimenti all’estero dei calciatori locali. Chi lo ha visto all’opera più volte assicura sia un dribblomane mancino, brutta copia di Alvaro Recoba.
Ma nel calcio esagerazioni e paragoni sono inflazionati, quanto il trasferimento del Kun Aguero. Marotta gli sta girando attorno come uno squalo, il City di Mancini è in agguato. Il Mundo Deportivo ieri scriveva che il centravanti dell’Atletico avrebbe chiesto ai suoi agenti di valutare con estrema cautela l’offerta del dg bianconero, e comunque non firmare niente fino al termine della coppa America perché il fascino del Real Madrid è forte. Florentino Perez lo aveva definitivamente cassato dai programmi, ora invece José Mourinho lo ha rimesso in cima alla lista con l’ok del presidente: «Ma prima mi vendi Kakà, Higuain e Benzema». E poi non è così certo che la Juve abbia 45 milioni cash nel suo borsellino, è invece certo che undici esuberi in rosa prima ancora che inizi veramente il mercato siano una enormità. Papà Maradona ha già dato la sua sentenza: «Giocherà in maglia bianca».
Si attendono sorprese e colpi, ma la polpa è questa, anzi il rischio di snellire la nostra rappresentanza è reale.

Pastore, Sanchez, Lavezzi, Maicon e Muslera sono segnali.

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