Golf

Un sudafricano incoronato a St. Andrews

Luis Oosthuizen ha segnato il giorno di Nelson Mandela proprio come avrebbe desiderato, diventando il quarto sudafricano della storia a vincere l’Open Championship di golf. Il ventisettenne ci è riuscito sul campo dove tutti vorrebbero imporsi, la Home of Golf a St. Andrews, e l’ha fatto in grande stile, lasciando gli inseguitori a sette colpi di distanza

Un sudafricano incoronato a St. Andrews

di Marcello Gamberale

Luis Oosthuizen ha segnato il giorno di Nelson Mandela proprio come avrebbe desiderato, diventando il quarto sudafricano della storia a vincere l’Open Championship. Il ventisettenne ci è riuscito sul campo dove tutti vorrebbero imporsi, la Home of Golf a St. Andrews, e l’ha fatto in grande stile, lasciando gli inseguitori a sette colpi di distanza. Oosthuizen fin dall’inizio doveva solo controllare il proprio gioco, la strada è stata poi tutta in discesa quando il suo vantaggio di quattro colpi alla partenza è diventato un incredibile successo di sette colpui sull’inglese Lee Westwood. Paul Casey, secondo in classifica dopo il terzo giro, con un triplo bogey alla 12 ha finito le seconde nove buche in 40 colpi facendo segnare un totale di 75 che lo ha fatto scivolare al terzo posto con il nord irlandese Rory Mc Ilroy e lo svedese Henrik Stenson. Retief Goosen si è piazzato subito dietro completando una top six tutta di giocatori del Tour europeo. Dal 1913 c’è stata solo una vittoria più larga in questo torneo ad opera di Tiger Woods, che nel 2000 si impose a St. Andrews con uno scarto di otto colpi. Quest’ultima è sicuramente più inaspettata, basti pensare che Oosthuizen ha mancato sette volte il taglio negli otto Major che ha giocato in carriera. Con un giro di chiusura in 71 colpi, un totale di 272 sedici sotto il par, tre più di Woods dieci anni fa, ha seguito le orme di Bobby Locke, Gary Player - rispettivamente vincitori dell’Open quattro e tre volte - e il campione 2002 Ernie Els, la cui Fondazione gli ha permesso di iniziare la carriera golfistica. Il primo titolo Major gli ha fatto guadagnare 1.011.840 € e lo ha lanciato tra i primi 15 giocatori dell’Official World Ranking. “E’ incredibile, meraviglioso – ha detto Oosthuizen – probabilmente me ne renderò conto solo domani o la prossima settimana. Mi sono sentito bene tutta la settimana ma l’impresa più grande è stata restare calmo fino alla fine. È stato difficile gestire un vantaggio così grande, ma sono stato contento di avere a disposizione tutti quei colpi per affrontare la 17.” Westwood, che aveva perso di un colpo l’anno scorso a Turnberry e che è stato runner-up di Phil Mickelson al Master in aprile, non si dispera particolarmente per questo risultato: “So cosa devo fare: milgiorare” ha dichiatrato dopo un giro finale in 70. “Dimostro molta continuità ma non è abbastanza. Continuo a fare grandi piazzamenti e per ora è il massimo che riesco a fare. Non sono partito tanto bene da riuscire a fare quel meno cinque che avrebbe reso tutto possibile.” Casey probabilmente rimuginerà di più del suo compagno di Ryder Cup su ciò che sarebbe potuto essere, lo farà anche Mc Ilroy che dopo un primo giro da record in 63 ha fatto segnare venerdì un 80 nel vento a 40 miglia orarie. Dopo un superbo approccio in bandiera alla 1, Casey ha mancato l’occasione di ridurre subito il gap a tre colpi. Alla 2 è rimasto corto al green e non è riuscito nell’up & down per salvare il par. Oostuizen intanto non mostrava alcun segno di fragilità mettendo a segno cinque par sulle prime cinque buche. Alla 8 però il sudafricano perdendo un colpo fa riavvicinare Casey che intanto aveva imbucato un birdie alla 6: sono a tre colpi di distanza. Entrambi hanno drivato in green alla corta 9, ma quando Oosthuizen ha imbucato da dieci metri per l’eagle il torneo gli è tornato saldamente in pugno. Con il birdie di Casey la partita restava un gioco a due ma, con ancora la terribile Road Hole 17 da giocare, tutto si è deciso all’apparentemente innocua 12. Oosthuizen l’ha passata con un drive, un pitch e un putt di cinque metri per il birdie. Casey invece è finito nei cespugli, ha preso un droppaggio con penalità, ha tirato corto al green per poi finire lungo con il quarto tiro, con un sette finale i suoi sogni di vincere la Claret Jug si sono spenti qui.

L’unico errore di Oosthuizen prima della festa è arrivato quando non importava più con un bogey alla 17.

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