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Sulla via del liberty dalla magica Praga alla scoperta di Brno

In viaggio tra Boemia e Moravia in cerca di monumenti, alberghi, ville e palazzi, decorati dai grandi maestri dello stile «secese»

Camilla Golzi Saporiti

Dura poco, ma offre tanto. Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento il liberty vive a Praga un boom. Perché intercetta artisti, pittori, scultori e architetti che, quasi all'improvviso, si allineano nel desiderio di diffondere il bello nel quotidiano. E ci riescono. Eccome se ci riescono.

Supportati dal benessere della capitale boema, al tempo cuore ricco e industriale dell'Impero, e stimolati dall'esposizione del Giubileo del 1891, spezzano i legami con il passato e si inventano lo stile secese, un liberty prettamente ceco. Materiali nuovi, come vetro, acciaio e ferro, motivi floreali, atmosfere leggere, ispirazioni personali e influssi internazionali cambiano il volto di Praga. Che si colora, decora e rinnova.

Con la Grande guerra tutto si ferma. Lo slancio liberty si perde, ma lascia il segno in tanti angoli, strade, edifici e monumenti. A partire dal gigantesco Palazzo dell'Industria fino al più lezioso Hanavský pavilon per arrivare a piazza Venceslao, centro della Città Nuova, dove sfilano alcune icone della corrente. È qui che si scopre la facciata gialla con balconcini semicircolari del Grand Hotel Evropa, ora chiuso per restauro, il bouquet di fiori su quella del contiguo Hotel Meran, la sfarzosa Casa Peterka proprio di fronte e, poco più in su, Palazzo Lucerna, che al suo interno custodisce una galleria di caffè, cinema e sale da ballo molto amata dai praghesi.

All'impulso liberty non sfugge nemmeno la Cattedrale di San Vito, come dimostrano il Crocefisso in legno dello scultore Frantiek Bílek e le vetrate multicolore, opera, tra gli altri, di Alfons Mucha.

Strettamente legata a Mucha è l'Obecni Dum, la Casa Municipale, tempio liberty per eccellenza. Domina piazza della Repubblica con il suo monumentale ingresso sormontato da arco e cupola e colpisce all'interno con i suoi quattro piani e 4.700 metri quadrati interamente costellati di dettagli e decori. Dalle trine di ferro e vetro della pensilina all'ingresso parte una sfilata di ambienti curati in ogni parte. Saloni da gala, da concerto; sale da esposizione, da tè, da caffè; corridoi, scalinate, ascensori dorati; il bar e il ristorante all'interrato. Fregi, piastrelle, mosaici, sculture, arredi. Un capolavoro che culmina nel salone del Sindaco, uno spazio circolare dalle splendide vetrate e dipinti di Alfons Mucha, appunto.

A pochi passi dalla Casa Municipale, l'Hotel Paris, tra i più famosi della città. La sua facciata esprime un'interessante commistione tra neogotico e art nouveau, mentre l'interno, tra mosaici lucenti, pannelli lignei alle pareti e arredi ispirati alla Secessione viennese, riporta alla Belle Êpoque. Subito oltre, in via Hybernska, l'Hotel Central, con motivi naturalistici di gusto francese impressi sulla facciata. Da qui, poche fermate di metro, ed ecco la Stazione Centrale. Immensa, rappresenta al meglio l'architettura secese nella sua declinazione pubblico-ufficiale. Se l'esterno è severo, l'interno è un vivo contrasto tra la modernità della ferrovia e l'autenticità di alcuni punti, progettati da Josef Fanta e catturati dalla cinepresa di Giuseppe Tornatore in La migliore offerta, come la cupola con drappi, rampicanti e figure femminili.

Dalla stazione di Praga, in treno o in pullman, il viaggio nel liberty prosegue a Brno, capoluogo della Moravia, seconda città ceca per importanza e new entry nella classifica del New York Times delle destinazioni da scoprire quest'anno. Da sempre associata allo Spilberk, dove Silvio Pellico scontò la sua prigionia, e al moto GP, ora sta diventando una meta gastronomica d'eccezione. Liberty in chiave gourmand, allora. L'Immacolata Concezione - raro esempio di chiesa liberty: dentro sembra un giardino al coperto -, il mosaico dell'Hotel Grand, il pavone sul cancello di Villa Jurkovic, la civetta sul tetto di Villa Reissig, i ricami sul Tivoli in piazza Konecneho sono alcune delle sorprese che regala Brno, prima di offrire a tavola menù raffinati, qualità al top e costi al ribasso.

Sofisticati piatti di pesce da Koishi (www.koishi.cz) e sperimentazioni di alta cucina al ristorante Palazzo dell'Hotel Barceló (www.palazzorestaurant.cz), altro che zuppe e gulash.

Per maggiori Informazioni: www.czechtourism.com; www.gotobrno.

cz.

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