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Superbowl, bufera sullo spot della Chrysler con Eastwood Un messaggio pro-Obama?

Lo spot della Chrysler, andato in onda nell'intervallo del Superbowl, solleva un caso politico. Dietro la metafora del "secondo tempo" pronunciata da Eastwood, molti vedono un appoggio a Obama. GUARDA IL VIDEO

Superbowl, bufera sullo spot della Chrysler con Eastwood Un messaggio pro-Obama?

"It’s half time in America". Il primo tempo è finito. E sta per cominciare il secondo. A scandire queste parole è un guru del cinema mondiale: Clint Eastwood, protagonista dello spot pubblicitario lanciato dalla Chrysler nell’intervallo del Superbowl, l’evento sportivo dell’anno seguito da milioni di persone negli Stati Uniti.

Due lunghi minuti che hanno sollevato un polverone, con gli esperti della comunicazione e la gente comune divisa tra chi pensa che si tratti di un messaggio pubblicitario pro-Obama e chi invece non ci legge nessun messaggio subliminale.

Come il numero uno di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, che ha subito precisato: "Zero politica. Il messaggio è sufficientemente universale e neutrale da essere attraente per tutti. E sinceramente spero non venga utilizzato come argomento politico nei dibattiti".

Un auspicio che è andato a vuoto. Perché nel corso della giornata il tema è diventato oggetto di dibattito sui media. Non pochi sono gli osservatori che nello spot della Chrysler vedono un vero e proprio endorsement a Barack Obama, un appello alla sua rielezione: l’America deve concedere ad Obama la possibilità di disputare il "secondo tempo". Così, per esempio, ha letto lo spot il regista-cult Michael Moore, che ha espresso il suo pensiero su Twitter.

Anche il famoso sito Politico.com si chiede esplicitamente se l’iniziativa non sia una vera e propria mossa a favore dell’attuale presidente e della politica messa in atto dallo stesso Obama per salvare un’industria dell’auto solo tre anni fa sull’orlo della bancarotta. "Detroit ci sta dimostrando che ce la si può fare. E quello che è vero per loro è vero per tutti noi", afferma Clint Eastwood nello spot.

"La gente non ha lavoro e soffre - prosegue l’attore-regista - e tutti si chiedono cosa si può fare per riprendersi. E tutti noi siamo spaventati: perché questo non è un gioco. La gente di Detroit ne sa qualcosa. Aveva perso quasi tutto. Ma ci siamo rimessi al lavoro insieme: e adesso Motor City è tornata a combattere".

Un’affermazione che non può non colpire, soprattutto se pronunciata da uno che si è sempre professato repubblicano e che ha criticato più volte l’operato di Obama. Dall’entourage del presidente nessun commento. Parla solo David Axelrod, uno dei massimi responsabili della campagna elettorale di Obama: "Uno spot potente".

E la polemica è solo cominciata.

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