Stile

Il supercomplicato rinasce come l'Araba Fenice

L'ultima prodezza della Maison è imponente e annovera ben 15 complicazioni sui due quadranti

Fabrizio Rinversi

L'arte dei «cabinotiers» ginevrini, nell'immaginario degli appassionati, si ricollega senza alcun dubbio alla Maison Vacheron Constantin, non foss'altro a motivo del celeberrimo olio su tela di Christophe François von Ziegler (1879), che ritrae proprio un gruppo di cabinotiers al lavoro, da sempre legato all'immagine della Casa, i cui natali risalgono al 1755. Queste figure fondamentali per l'evoluzione del segnatempo, a metà fra maestri artigiani ed artisti, frequentavano i «cabinets», così ben descritti dallo scrittore ginevrino Philippe Monnier, all'inizio del XX secolo: «Lassù sotto i tetti, sotto le tegole, al di sopra dei rumori e delle ombre, davanti ad una vista incomparabile, davanti al blu del cielo, davanti al blu del lago, le lunghe file di cabinets. Naturale, dunque, che Vacheron Constantin abbia voluto denominare «Les Cabinotiers», il dipartimento in cui la sapienza orologiera al massimo livello, sia tecnica che estetica, si traduce in modelli unici, destinati a clienti e collezionisti, oppure realizzati su commissione. Durante il prossimo, imminente Salone Internazionale dell'Alta Orologeria di Ginevra, Vacheron Constantin presenterà il suo ultimo «chef-d'uvre» intitolato Les Cabinotiers, il Grand Complication Phoenix, imponente, con cassa da 47 mm per 19,1 mm di spessore, in oro rosa, incisa a mano a bassorilievo sulla carrure (300 ore di certosino lavoro) a riprodurre con scultoreo effetto tridimensionale la Fenice, la cui leggenda, nata in Oriente, racconta di come questo uccello riuscì a sconfiggere la morte incendiandosi e rinascendo dalle proprie ceneri ogni 500 anni. Sui due quadranti opalini grigio ardesia, prendono vita ben 15 complicazioni (una sola in meno dell'eccezionale Tour de l'Ile, protagonista dei modelli celebrativi del 250mo anniversario della Maison nel 2005), suddivise come segue: quadrante recto - tourbillon, calendario perpetuo (data, giorno della settimana, mese, ciclo bisestile), indicatore di coppia della suoneria, equazione del tempo, ora dell'alba, ora del tramonto -; quadrante verso carta celeste dell'emisfero boreale, età e fasi della luna, ore e minuti siderali, stagioni/segni zodiacali, riserva di carica. A ciò va aggiunta la ripetizione minuti, armata, così come avvenuto proprio per il Tour de l'Ile, con una slitta a doppia leva posizionata in senso circolare sulla lunetta. L'eccezionale movimento manuale, insignito del Punzone di Ginevra (33,9 mm di diametro e 12,15 mm di spessore; 18.000 alternanze/ora, 40 rubini e 58 ore di riserva di carica, 839 componenti), si basa sul calibro 2755, che ha fruito di integrazioni e modifiche. In quanto alle prime, è stata ripresa l'impostazione meccanica frontale presente nel calibro di manifattura 2253, in riferimento all'equazione del tempo e all'indicazione dell'ora dell'alba e del tramonto; poi, essendo nel calibro 2755 originario, assenti le indicazioni astronomiche, ecco sul quadrante verso, l'aggiunta della carta celeste, dell'ora siderale e così via, come sopra indicato, fatta eccezione per la riserva di carica, prevista nel 2755.

Infine, è stato modificato il sistema d'attivazione esterna della ripetizione nel modo illustrato; la corona di carica, oltre a regolare ore e minuti è funzionale, unitamente ad un pulsante avvitato, al 5, a correggere la carta celeste.

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