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Tarantini, i pm minacciano il Cav Si muove Nitto Palma: "Verifiche"

La procura dà al Cavaliere un ventaglio di date per l’interrogatorio: il calendario va da giovedì 15 settembre a domenica 18, dalle ore 8 alle ore 20. Nel caso di un rifiuto, i magistrati sono pronti ad avviare la procedura di accompagnamento coatto del premier in procura. Il Pdl chiede l'intervento del Guardasigilli: "Dai pm velleità golpiste, inviare gli ispettori". E Nitto Palma fa sapere che disporrà ulteriori accertamenti. Non si escludono infatti violazioni del codice penale da parte dei pm

Tarantini, i pm minacciano il Cav 
Si muove Nitto Palma: "Verifiche"

Roma - O si presenta in procura oppure i giudici partenopei sono anche pronti ad andarlo a prendere con la forza. Nonostante il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sia parte offesa nell'inchiesta che sta cercando di far luce sul caso Tarantini, la procura di Napoli ha indicato al Cavaliere un ventaglio di date per l’interrogatorio: il calendario va da giovedì 15 settembre a domenica 18, dalle ore 8 alle ore 20. Nel caso di un rifiuto a farsi ascoltare, i pm avvierebbero la procedura per l’accompagnamento coatto del premier in procura. Poco importa, insomma, che Berlusconi sia persona offesa nell’ambito dell’inchiesta ai suoi danni.

A causa di impegni istituzionali a Bruxelles e a Strasburgo con i vertici dell'Eurozona per esporre le misure contenute nella monovra che in questi giorni è al vaglio della Camera, Berlusconi non ha potuto presenziare al faccia a faccia con i pubblici ministeri ma ha presentato una memoria scritta in cui spiega i suoi rapporti con Tarantini e, soprattutto, nega di essere mai stato ricattato dall’imprenditore barese. Come già detto, nella vicenda giudiziaria Berlusconi è chiamato in causa, come vittima di una presunta estorsione, per le ingenti somme elargite a Tarantini e intascate in gran parte, secondo l’accusa, dal direttore dell’Avanti Valter Lavitola. Nei giorni scorsi, gli inquirenti della procura di Napoli si erano accordati con il Cavaliere per incontrarsi a Palazzo Chigi. L’annullamento dell'incontro è stato formalizzato ieri mattina, quando l’avvocato Cerabona ha consegnato al procuratore Giovandomenico Lepore e all’aggiunto Francesco Greco un incartamento per spiegare l’impedimento del premier a partecipare all’interrogatorio.

Oggi, invece, i legali di Berlusconi hanno presentato la memoria con cui vengono ricostruiti i fatti. Incartamento che Lepore ha detto essere insufficiente: "Non basta, anche se va letto ciò che c’è scritto e tenerne conto ai fini processuali. Va sentita la parte lesa, noi abbiamo elementi per pensare che ci sia un’estorsione e la vittima, il premier, nega l’estorsione, quindi dobbiamo sapere i particolari". Non solo. Subito dopo la procura partenopea ha presentato una rosa di possibilità per trovare il momento in cui sentire Berlusconi minacciandolo di intervenire in modo coatto. La rosa sarà confrontata con gli impegni istituzionali di Berlusconi. I magistrati chiariscono, però, che l’ipotesi dell’accompagnamento coatto è uno dei casi previsti dalla legge ma escludono che possa profilarsene la necessità in questa circostanza: "Confidiamo di incontrare il premier in una delle date proposte". Una dimostrazione di forza che spaventa, tanto che il pdl Luigi Vitali ha invitato il Guardasigilli Francesco Nitto Palma a intervenire "per ripristinare il rispetto delle regole". Duro anche il pdl Osvaldo Napoli che accusa la procura di Napoli di avere "velleità golpiste". "L'azione compiuta oggi è volta a danneggiare l’Italia - tuona Napoli - a tanto si è disposti ad arrivare se è necessario per far fuori il premier".

Da via Arenula verranno disposti ulteriori accertamenti. Il Guardasigilli chiederà per iscritto alla procura generale di Napoli notizie sull’audizione dei difensori di Tarantini. Se, come denunciato dai parlamentari pdl, gli avvocati Nicola Quaranta e Giorgio Perroni fossero stati "sollevati" dal segreto professionale con un decreto del pm e non del giudice, non si esclude una violazione del codice di procedura penale. Un errore, questo, che potrebbe essere ritenuto "non di poco conto" da Nitto Palma. Ma per decidere se attivare o meno gli ispettori il Guardasigilli attenderà le risposte scritte della procura generale di Napoli. I tempi, pertanto, non si prefigurano brevi. Solo oggi sarebbe partita dal ministero della Giustizia la prima lettera di richiesta di chiarimento sulla scorta dell’interpellanza urgente presentata nei giorni scorsi dai due parlamentari del Pdl che già avevano sollecitato l’invio degli ispettori ministeriali per la fuga di notizie.

La seconda seconda sollecitazione da parte del ministro arriverà a breve.

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