Roma

Tassa di soggiorno, sale la protesta

«Siamo disponibili a migliorare il contributo di soggiorno, magari facendo in modo che non passi attraverso gli alberghi». Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in merito al contributo di soggiorno a carico dei turisti che visitano Roma. Alemanno ha ribadito che «i viaggiatori che vengono a Roma devono lasciare qualcosa a questa città, per i servizi che questa città offre: è un principio a cui non vogliamo e non possiamo venir meno. Dobbiamo fare in modo che per le pesantissime condizioni del bilancio del Comune ci sia anche un contributo da parte di chi viene a visitarla e utilizza i nostri servizi».
Ieri la Commissione Bilancio del Comune, presieduta da Federico Guidi ha discusso la delibera che reintroduce il contributo, dopo la concertazione con Fiavet e Federalberghi. «Questa discussione - spiega Guidi - è tanto più importante perché per la prima volta un provvedimento dell’amministrazione viene concertato con le relative categorie e non imposto dall’alto». Confcommercio, Confindustria, Confesercenti e sindacati Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio sono, però, uniti nel dire «no» alla tassa di soggiorno, prevista nella manovra finanziaria del governo Berlusconi, e che dovrebbe entrare in vigore a Roma dal 2011. «Iniqua e discriminatoria», una tassa che «penalizza uno dei pochi settori economici che produce ricchezza» ma soprattutto «la causa di gravi conseguenze sul piano della competitività, del lavoro e dell’economia». Così è vista la tassa sui turisti dagli imprenditori romani e dalle rappresentanze sindacali del turismo della capitale.
«Il turismo è un comparto economico della città - spiega il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli - l’alberghiero è un prodotto “made in Italy” e la tassa è una miopia economica, politica e sociale». «Qualora le altre città richiederanno anche loro la tassa di soggiorno, la pubblicità all’estero non basterà per far venire gli stranieri in Italia - aggiunge il presidente della Fiavet Lazio, Andrea Costanzo - siamo preoccupati, Roma deve risalire non solo dal punto di vista economico ma anche di immagine. La tassa è deleteria, un ulteriore tassello che si aggiunge ai costi da pagare per il turista».
«I soldi li pagheranno gli albergatori, perché i contratti con i tour operator sono stati già stipulati - spiega il segretario della Filcams-Cgil Roma-Lazio, Vittorio Pezzotti - le vie d’uscita sono la terziarizzazione di alcune attività o tagliare posti di lavoro. Quest’ultima è la nostra preoccupazione. Si potevano trovare soluzioni migliori, come razionalizzare i costi delle imprese che sono attorno al Comune di Roma o contrastare il lavoro nero e l’evasione fiscale nel settore turismo».
«Questa tassa diminuirà gli introiti e forse sarà la causa per la quale vedremo molti lavoratori per strada». Lo ha detto il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, a margine della conferenza unitaria di Confcommercio, Confindustria, Confesercenti e sindacati sulla tassa di soggiorno, che si vuole introdurre nella capitale.
«Abbiamo già stipulato i contratti con i tour operator per il 2011 - ha aggiunto - e Roma, se la tassa entrerà in vigore, si troverà al centro di una controversia. Manderemo i lavoratori che perderanno il posto di lavoro sotto il Campidoglio».
«Premesso che i turisti in qualche modo devono contribuire, questo non deve avvenire tramite una tassa. Perché questa sarebbe una tassa sugli italiani». Questa è infine l’opinione del vicepresidente di Confesercenti Roma, Mauro Pica Villa, a margine della conferenza unitaria di Confcommercio, Confindustria, Confesercenti e sindacati sulla tassa di soggiorno, che si vuole introdurre nella capitale.
«Il 40% della ricettività sono italiani che vengono a Roma per motivi di studio, medici o di lavoro - ha aggiunto - la proposta alternativa è di aumentare i prezzi dei musei statali e comunali di tre euro.

Si avrebbero così 30 milioni di euro l’anno».

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