Cronaca locale

Tasse, il Comune controllerà ferie e pay-tv

IL PIANO Un "grande fratello" fiscale. Palazzo Marino mette a punto nuovi strumenti per scovare «finti poveri» che chiedono sconti sui servizi. Case popolari, scuole e mense, ma il rischio è colpire il ceto medio

Chi ha un reddito basso non potrà più concedersi piccoli lussi, magari conquistati con grossi sacrifici. Che so, l’I-phone o l’abbonamento alla pay-tv per vedere il campionato la domenica pomeriggio visto che portare la famiglia in gita o al mare costa certamente di più. Il rischio è di perdersi le agevolazioni concesse dai Servizi sociali del Comune: l’accesso alle liste per la casa popolare, gli sconti (o la gratuità) per la materna o la mensa scolastica. Un po’ esagerato forse, ma Palazzo Marino sta studiando con la Provincia di Reggio Emilia un nuovo metodo per colpire i finti poveri che abusano del Welfare. Ma il sistema da Grande fratello può generare confusione (e allontanare dai servizi) anche in chi non fa affatto il furbetto. E tradursi solo in una nuova tassa sullo «stile di vita». In sintesi, come anticipa il dg del Comune Davide Corritore (nella foto), il sistema Isee ormai è superato: «Stiamo individuando nuovi criteri attraverso cui fotografare con un maggiore grado di approssimazione la ricchezza e bisogni delle famiglie e con quelli stabilire il costo e l’offerta dei servizi sociali» annuncia.
È il concetto dell’«equometria: oggi - spiega - tutte le amministrazioni usano l’Isee che tiene conto di reddito e patrimonio, ma c’è un alto rischio di evasione perché si considerano solo i redditi emersi, con il nostro metodo invece si andrà a valutare anche lo stile di vita». Se il nuovo indicatore sarà validato (e quindi Milano potrà avviare un test) chi chiede i servizi dovrà compilare un questionario in cui («decideremo le categorie») potrebbe venirgli chiesto dove è andato in vacanza, che tipo di auto utilizza, se ha un abbonamento in palestra, alla pay-tv, che tipo di contratto telefonico utilizza. E «con l’autodichiarazione, chi si rifiuta di rispondere potrebbe non accedere a quei servizi, chi dichiara il falso si espone al rischio di controlli». Come, chi li effettuerebbe, quali documento potrebbero essere richiesti al cittadino per provare dove è stato in vacanza sono dettagli non ancora definiti. Ma il principio, insiste Corritore, è «arrivare a una nuova geografia dei bisogni nella città ed evitare gli abusi di chi, pur vivendo in un alloggio popolare, possiede un’auto di grossa cilindrata o l’abbonamento alla televisione satellitare».

Secondo lui i furbi «saranno scoraggiati a provarci ancora».

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