Controcultura

La tata assassina non canta la Ninna nanna

Eleonora Barbieri

Ninna nanna non è, per richiamare il titolo originale, una Chanson douce. Inizia con due bambini piccoli trucidati dalla loro tata, in un appartamento di Parigi. «Adam è morto. Mila non ce la farà». Louise, la baby sitter che sembrava un angelo, ha cercato di uccidersi a sua volta, ma senza successo: «La morte, ha saputo solo darla». Myriam, la madre di Adam e Mila, torna a casa felice e lancia un urlo che rimbomba in tutto il palazzo. Un urlo che non si dimentica.

La Ninna nanna di Leïla Slimani è questa: niente giallo, nessun mistero da risolvere. Il delitto è già compiuto, l'assassino è noto, il castigo non fa parte del romanzo (che le è valso il Goncourt). Ne fa parte, invece, la storia di una coppia normale, i Massé, Paul e Myriam, lui aspirante produttore musicale, lei laureata in legge da prima del corso, che diventano genitori, cambiano aspirazioni (o fanno finta), tacciono desideri, si lasciano assorbire completamente, lui dal lavoro, lei dai figli. Ma Myriam, come tutte le madri di oggi, non vuole lasciare andare l'ideale della «maternità perfetta»: e, appena ha l'occasione, torna a fare l'avvocato. Perciò le serve una tata, che stia dal mattino presto fino alla sera con i suoi figli. I bambini che non aveva mai abbandonato prima, e che affida a Louise con apprensione, e solo dopo avere esaminato candidate, controllato referenze, fatto colloqui. Louise sembra proprio perfetta, sembra sedare ogni senso di colpa. Tiene la casa in ordine, è adorata dai piccoli. Myriam e Paul pensano di non potere fare a meno di lei. «Si comportano come bambini viziati, come gatti domestici».

A posteriori, in realtà, qualche dettaglio inquietante emerge: Louise fa divertire i bambini, però le sue sono favole crudeli in cui «i buoni alla fine muoiono sempre». Oppure una sera Myriam trova sul tavolo una carcassa di pollo, spolpata chirurgicamente e poi lasciata lì, quasi come un memento mori. La verità è che nessuno della famiglia conosce davvero Louise, né sa come viva, quanto sia triste e squallida la sua vita. Nessuno sa che cosa covi dentro, quella tata che tutti invidiano ai Massé. Leïla Slimani, madre di due figli, si è ispirata a una storia vera.

Una tata che ha ucciso due bambini di una famiglia ricca, a New York.

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