Cronache

Il teatro in dialetto studia le medicine

Irene Liconte

Un uomo in pigiama corre per via Gramsci grondante d'acqua, con un rotolo di carta igienica sottobraccio. Un pazzo? No, è il protagonista di «'Na mëxinn-a calibrâ» di Ottavio Giorgio Ugolotti, in scena questa sera alle 21 in piazza S. Siro a Sanremo nell'allestimento della «Compagnia do Teatro Zeneize Ruspante». Lo spettacolo è presentato nell'ambito della rassegna organizzata dalla Compagnia Stabile della città di Sanremo, che ospita compagnie da Aosta, Arma di Taggia, Cuneo, Milano e, appunto, Genova. Il sipario si apre sull'immancabile rattella serale tra due coniugi non più giovanissimi e tardivamente pentiti di non aver voluto figli. Al rammarico della coppia rimediano subito due vicini, affidando loro il bimbo di pochi mesi a causa di un'emergenza. Ma quando Gian, camallo, (Gianfranco Balestrino) e Marri (Cinzia Sacco) si rendono conto che «il figgiêu o bruxa come 'n frisciêu appenn-a levòu da poëla» sono presi dal panico e, nel tentativo di curare il piccolo, si ritrovano tra le mani una medicina dall'astrusissima posologia. Svariate vicissitudini portano al lieto fine con colpo di scena.
La commedia è briosa e divertente, arricchita da prologo ed epilogo suonati alla chitarra da Simona Ugolotti. E le trovate comiche sono spesso surreali: in mancanza di un termometro clinico, perché non misurare la febbre al piccolo con un termometro da esterno, anche se presenta il non trascurabile inconveniente che «ö parte da meno vinti e ö l'arriva a cento»? E sarà per la levataccia notturna che il professore di matematica (Giorgio Ugolotti, impegnato anche nella regia), l'inquilino più autorevole in campo scientifico, si cimenta nell'interpretazione della posologia impostando un'equazione algebrica in cui le incognite si moltiplicano in maniera inquietante? Il genovese della commedia è fresco e fantasioso: «tïabûssciön» sono definite da Gian le lunghe unghie di Marri impegnata nella manicure; all'invadenza della Legge tiene testa a «lezze da sciarbella», la ciabatta minacciosamente brandita dalla donna contro un agente di polizia. Gustosi equivoci nascono dallo «scontro» italiano-genovese; ma la vera incompatibilità linguistica è quella tra il parlato comune e il linguaggio specialistico, in questo caso medico.


Repliche mercoledì 10 agosto al Centro Polisportivo di Quinto, sempre alle 21 e il 28 agosto a Paveto in Val Polcevera.

Commenti