Roma

Teatro Lessing rivisitato, in scena gossip e sfilate di moda

Nel suo libro più celebre, La drammaturgia di Amburgo (1769), il filosofo e scrittore tedesco Gotthold Ephraim Lessing afferma che, nell’arte e nella letteratura, «la massima chiarezza costituisce sempre la più alta bellezza». E da bravo illuminista qual era, quest’intellettuale rigoroso e moderno (basti pensare che fu il primo dramaturg della scena europea), alla teoria coniugava sempre la prassi. Esempio ne siano proprio i suoi testi teatrali, dal ben noto Minna von Barnhelm all’ideologico Nathan il saggio, dal sentimentale Miss Sara Sampson (dove risuonano netti echi della Pamela di Richardson) al toccante Emilia Galotti, dramma borghese che, mai rappresentato nel nostro Paese, è ora in scena al teatro India nell’adattamento del giornalista Paolo Fallai e con regia di Alessandro Berdini. Più che un allestimento dell’opera si tratta di una sua libera rilettura in chiave contemporanea; rilettura che, già immortalata in un corto vincitore di diversi premi (e in proiezione prima dello spettacolo), assume i contorni di una riflessione a tutto tondo sull’eredità e l’attualità dell’autore tedesco. In questo dramma si parla infatti di emancipazione femminile, di relazioni familiari, di soprusi compiuti sull’asse del potere e del volere, di meccanismi sociali perversi, di mercificazione del corpo e della bellezza. Ma si parla anche di borghesi che cadono vittime degli aristocratici, di madri che forzano la volontà delle figlie, di affaristi presuntuosi e corrotti, di padri capaci di smisurato amore. Si parla in definitiva di umanità, e lo si fa attraverso dei personaggi molto ben definiti, credibili, complessi. Sta qui una delle maggiori innovazioni di Lessing drammaturgo: al bando trame contorte in odore di macchinoso teatro barocco e spazio, invece, a uomini e donne in cui potersi riconoscere, a sentimenti comuni, a recriminazioni intrise di pietà e spirito democratico. Spazio, di conseguenza, agli attori e alle attrici: sublimi imitatori della Natura e delle passioni. E se il «set» cortigiano dove si svolgono i fatti si trasforma adesso in uno spaccato odierno del mondo della moda e dell’informazione scandalistica, tanto meglio.

Significa davvero che la sventura dell’ingenua sedicenne Emilia (la modella Elettra Mallabay), caduta nella rete di pescecani senza scrupoli, contiene un grumo di universalità capace di parlare sempre.

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