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Falsa partenza per l’auto volante ibrida: incidente in fase atterraggio, illeso il pilota

Il prototipo della Detroit Flying Cars ha avuto un incidente mentre cercava di atterrare sulla pista dell’aeroporto

Falsa partenza per l’auto volante ibrida: incidente in fase atterraggio, illeso il pilota

Finisce con un incidente in fase di atterraggio, senza conseguenze per il pilota, il primo volo di prova dell’auto volante ibrida, Detroit Flying Car WD-1. Il prototipo, costruito da una start-up americana, era pilotato dal cofondatore Sanjay Dhall; durante le manovre di atterraggio nei pressi del Willow Run Airport, in prossimità di Detroit, qualcosa è andato storto e il mezzo ha subito ingenti danni. La Faa (Federal Aviation Administration) ha avviato un’inchiesta per far luce sull’incidente.

La Detroit Flying Car, che nel luglio scorso aveva ottenuto le autorizzazioni necessarie per decollare, come riportato sul proprio sito, non è un quadricottero e non ha ali pieghevoli. È un prototipo innovativo con ali a scomparsa asimmetriche. Le ali sono state progettate come pannelli che si compattano uno sopra l’altro rientrando completamente all’interno della fusoliera/abitacolo (allo stesso modo dei bicchieri pieghevoli). Questa soluzione, che si attua pure per le alette canard, consente di disporre di superfici alari maggiori di qualsiasi altra auto volante, aumentando, quindi, il carico utile trasportabile.

L’asimmetria tra le due semi-ali permette di ridurre il numero di pannelli impiegati, migliorando le prestazioni complessive (per i costruttori è in grado di resistere ad accelerazioni fino a 6g), oltre a garantire un peso a vuoto di soli 450 kg. Inoltre, le dimensioni contenute (4.8 m di lunghezza e 1.8 m di larghezza) ammettono un utilizzo quotidiano su percorsi cittadini.

Su strada l’auto volante ibrida, costruita interamente in materiali compositi e omologata per due persone, è spinta da un motore elettrico da 40 kW che garantisce, sulla carta, un’autonomia di 80 chilometri. Estendibili fino ad oltre 600 se le batterie vengono ricaricate dal secondo motore installato. Mentre in volo, l’unica fonte di energia è il motore a combustione interna, il quale permette di volare ad una velocità massima di 200 km/h per un range di quasi 650 km.

Numeri alla mano, la soluzione proposta dalla start-up di Detroit si presenta come valida alternativa ai, sempre più numerosi, progetti di taxi volanti, nati per ridurre il traffico urbano.

Ma l’inconveniente occorso deve far riflettere sull’attuabilità nell’immediato futuro di questi veicoli, forse ancora troppo fantascientifici.

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