Scienze e Tecnologia

Maker Faire Rome, la fiera della speranza

La terza edizione della Fiera dell'Innovazione è un successo nella Capitale del degrado

Maker Faire Rome, la fiera della speranza

È un sabato qualunque a Roma. Apparentemente. Sono le 11 del mattino e i bus non passano. Da San Pietro a Piazzale Aldo Moro, sede dell'università La Sapienza sono 8 km che in macchina si potrebbero percorrere in circa mezz'ora ma l'Atac, l'azienda del trasporto pubblico romano, si sa, è sull'orlo del fallimento. Arrivo alla mia destinazione, il Maker Faire Rome, la Fiera dell'innovazione, dopo due ore e penso che per la Capitale non ci sia speranza.

All'ingresso c'è un gruppetto di venti ragazzi dei collettivi studenteschi e uno di loro grida al megafono:“La Fiera non è stata fatta per i lavoratori che sono stati mandati in ferie obbligate. Non è stata fatta per i ricercatori o per i dottorandi, per il corpo che vive l'università tutti i giorni, ma per il prestigio di Gaudio (il rettore dell'Università ndr) che da settimane non si fa vedere e che al suo posto fa presentare celere o Digos armata”. Venerdì, infatti, a rovinare la prima giornata della Fiera è stata proprio la protesta degli studenti della Sapienza che ha portato a degli scontri con la polizia e all'arresto di quattro giovani. Motivo del contendere? Il fatto che per tre giorni (di cui due festivi, sabato e domenica) il piazzale dell'Università sia stato concesso per una fiera sponsorizzata dai “grandi speculatori dell'innovazione” e perciò gli studenti devono pagare per l'ingresso ma si tratta di un biglietto con un forte sconto (4 euro anziché 10). A questo punto penso che anche per l'Italia intera non c'è speranza.

Il Maker Faire Rome è giunto alla sua terza edizione e molto presumibilmente quest'anno supererà i 90mila visitatori che ha avuto nel 2014, piazzandosi come la terza Fiera dell'Innovazione più visitata al mondo. Insomma una vetrina per mostrare al mondo il famoso “genio italiano” che ci contraddistingue e ci dovrebbe rendere orgogliosi. Visitando i vari stand che ospitano circa 600 espositori maker, gli amanti della tecnologia, inventori e artisti 2.0 provenienti da tutto il mondo, si può ben riscoprire l'orgoglio per l'ingegno italiano. Piccoli e grandi imprenditori di se stessi che espongono i loro prodotti ipertecnologici. Si va dalle stampanti 3D ai droni fino agli artigiani 2.0 che, grazie alle nuove tecnologie, riescono a riscoprire le vecchie tradizioni. A tal proposito colpisce la stampante 3D ideata da un gruppo di giovani sardi che lavora la terra umida e crea i mattoni di terra cruda con cui, sin da tempi remoti, si costruiscono le tradizionali case sarde. Un altro prodotto artigianale sardo, nuovo ma molto antico è il Pintac, ossia la riproduzione a mò di calamita che i makers Alessandro Nioi, Daniela Siddi e Davide Melis fanno, usando il laser cut, della pintadera, un reperto archeologico in ceramica o in terracotta di forma circolare che si usava per decorare il pane. Queste innovazioni sono state possibili grazie alla “Fablab Sardegna ricerche” finanziata dalla Regione anche con fondi europei. Le Fablab sono laboratori di fabbricazione digitale iderati nel 2005 da un professore del MIT come associazioni dove i makers possono usare varie attrezzature come le stampanti 3D o i laser cut per realizzare i loro prodotti.

Le nuove tecnologie, poi, possono essere applicate anche al cibo. Ne è un esempio la stampante 3D che fa la nutella ma anche l'innovativo sistema ideato dall'acetaia San Giacomo della provincia di Reggio Emilia per fare, comodamente a casa propria, l'aceto di vino grazie a una piccola botte e qualche ampolla. Il Maker Faire Rome è anche una vetrina per i neolaureati che cercano lavoro. Giorgio, fresco di laurea in biofisca, ha, infatti, colto l'occasione per presentarsi agli ideatori del social network Grow the planet, una community dove gli appassionati di giardinaggio si incontrano per scambiarsi consigli utili su come coltivare le piante. Nel loro stand era in vendita un piccolo kit per giovani agricoltori che conteneva un vaso con dei semini e tutte le istruzioni per scaricare anche un app che ti ricorda come curare i vari ortaggi. Ma a farla da padrone al Maker Faire sono state soprattutto due attrazioni: la voliera dei droni e il concerto dei robot costruiti con materiali riciclati che muniti di chitarra e batteria hanno divertito i più piccioli. Ai bambini era dedicata un'intera area dove potersi divertire a fare i piccoli inventori o a giocare con un videogioco di combattimento che aveva per protagonisti Einstein e Galileo. Molti robot, sensori o altri oggetti devono la loro fortuna ad Arduino, la scheda programmabile ideata da Massimo Banzi da cui hanno preso spunto altri makers per creare delle nuove schede e aprire la propria start up. Le innovazioni presenti al Maker Faire Rome, organizzata dalla Camera di Commercio di Roma, sono migliaia e toccano tutti gli aspetti della vita quotidiana: dall'arte alla salute, dal cibo allo sport e molto altro ancora.

Descriverle tutte sarebbe impossibile ma aver visitato la Fiera mi fa dire che, in fondo, forse, c'è speranza per l'Italia.

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