Scienze e Tecnologia

La tecnologia videogame farà rivivere superstiti della Shoah

Un progetto universitatio inglese è pronto digitalizzare la testimonianza dei sopravvissuti dell'Olocausto. Così le generazioni future potranno avere una testimonianza diretta e realistica attraverso la realtà virtuale

La tecnologia videogame farà rivivere superstiti della Shoah

C'è un giorno ogni anno in cui si ricordano le vittime della Shoah. Attraverso le parole, le testimonianze, di coloro che sono scampati a una tremenda fine riusciamo a rivivere quei momenti di paura e di terrore. Nonostante si viva in un mondo dove le tecnologie video e audio sono molto avanzate, ci si pone sempre la domanda: "Quando non ci saranno più, chi tramanderà quelle storie?".

Proprio da questo interrogativo è partito il progetto Interact dell'Università di Huddersfield, in Gran Bretagna. Un'idea che vuole rendere immortali gli oramai anziani sopravvissuti all'orrore nazista attraverso l'uso della tecnologia, in particolar modo quella della realtà virtuale, la stessa utilizzata nei videogame. Nulla di complesso. Registreranno le testimonianze di quelli ancora vivi mentre raccontano le persecuzioni che hanno dovuto subire dagli uomini di Adolf Hitler, la vita nei ghetti e quella nei campi di concentramento. Ogni domanda sarà ripetuta per ognuno di loro. I filmati saranno riprodotti e proiettati in 3D, poi un software sarò in grado di analizzare le domande poste dal pubblico, in modo da suggerire al "sopravvissuto virtuale" la risposta più appropriata e più realistica possibile.

Il progetto è inglese, dove si stima che ci siano ancora 800 persone scampate all'Olocausto. Tutte superano i 90 anni, il che rende difficile e sfiancante la loro attività di testimonianza. La professoressa Minhua Ma, coordinatrice del progetto e docente di Digital Media & Games, spiega che "lo scopo di Interact è quello di offrire l'esperienza arricchente dell'interazione umana.

Un giorno, quando nessuno dei superstiti ci sarà più, saremo in grado di aiutare le giovani generazioni a capire meglio la storia".

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