Economia

Telecomunicazioni: al via la grande battaglia per la crescita

Non solo T-Mobile-Vodafone. Uno studio di At Kearney evidenzia come la crisi favorirà le concentrazioni tra gli operatori. Allo Stato il compito di finanziare le infrastrutture e creare un ambito regolamentare più favorevole.

Roma. La crisi favorirà la concentrazione degli operatori di telecomunicazioni. In primo luogo, nei singoli mercati nazionali e solo in un secondo momento a livello internazionale. La nuova ondata di acquisizioni mitigherà l'impatto della recessione e faciliterà gli investimenti in innovazione tecnologica. È questo il risultato di una ricerca della società di consulenza strategica At Kearney: solo chi sarà in grado di aumentare la propria scala e di differenziare i servizi sopravviverà, tenendo conto che il mercato punta all'integrazione tra telefonia fissa e mobile come evoluzione naturale della concorrenza nel settore.
Parole che non sembrano destinate a restare lettera morta considerato che negli ultimi giorni in Gran Bretagna si è aperta la caccia a T-Mobile, la filiale britannica dell'operatore tedesco di telefonia mobile Deutsche Telekom. In pole position Vodafone seguita anche dagli spagnoli di Telefónica attraverso O2.
Il settore delle telecomunicazioni appare, soprattutto in Europa, uno tra i più resistenti alla crisi economica grazie a caratteristiche quali la flessibilità negli investimenti, una forte posizione finanziaria, una tradizione storica di crescita e la tendenza deflattiva, che hanno sostenuto l'industria nei primi mesi di incertezza economica. Il calo della domanda, infatti, è stato abbastanza contenuto (-6% nei primi mesi del 2009).
Oltre alla crescita esterna un'altra arma individuata dalla ricerca di At Kearney è lo sviluppo di nuovi modelli di business per sostenere l'incremento dei ricavi. Tale tendenza si traduce nel fisso nell'ulteriore sostegno alla domanda di larghissima banda. Nella telefonia mobile, il punto focale è il dominio dell'«ecosistema multimediale», ossia la possibilità di commercializzare in tempi rapidi soluzioni che integrino diverse applicazioni. In questa sfida i contendenti non sono solo gli operatori telefonici, ma anche i player online come Google o Yahoo! e i produttori di terminali come Nokia e Apple.
Non si tratta, però, di una competizione abbandonata alle sole leggi del mercato.

Il contributo pubblico sarà fondamentale non solo nella riduzione del «digital divide» ma anche nello sviluppo della domanda e nella creazione di un regime legislativo e regolamentare favorevole allo sviluppo nonché, in alcuni casi, al finanziamento parziale di iniziative infrastrutturali.

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