Politica

Telefonata Colle-Merkel, Calderoli scende in campo: ora commissione d'inchiesta

Le rivelazioni del WSJ destabilizzano la politica italiana. Il Cav: "Mi sono dimesso per senso di responsabilità". Ma la Lega chiede una commissione d'inchiesta

Telefonata Colle-Merkel,  Calderoli scende in campo: ora commissione d'inchiesta

Cadono pressocché nel vuoto le smentite, più o meno tempestive, del Quirinale e della Germania. La presunta telefonata carbonaria tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e la cancelliera tedesca Angela Merkel, svelata ieri in un articolo dal Wall Street Journal, sta facendo esplodere la politica italiana. E, sebbene l'ex premier Silvio Berlusconi abbia assicurato al Tg5 di essersi dimesso per senso dello Stato e responsabilità nei confronti degli italiani, resta il dubbio. I continui contatti tra il Colle e il capo di Stato tedesco, gli attacchi dei media internazionali, la speculazione che ha messo in ginocchio Piazza Affari e il gioco di sponda fatto dall'opposizione in parlamento: il centrodestra adesso vuole vederci chiaro. Tanto che il leghista Roberto Calderoli è fermo nel proporre l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta per "ricostruire realmente i fatti e gli accadimenti che hanno portato alla fine del governo e alle dimissioni" del Cavaliere da Palazzo Chigi.

A leggere le indiscrezioni pubblicate ieri dal Wall Street Journal resta l'amaro in bocca. Un retroscena che spiegherebbe, con sgomento per chi lo legge, le settimane convulse che hanno visto il capo dello Stato sempre più partecipe nella politica parlamentare e la Merkel sempre più pressante nei confronti del Belpaese. Erano i giorni dello spread ai massimi, dell'Unione europea che entrava a gamba tesa contro il ministro dell'Economia Giulio Tremonti perché approvasse una nuova manovra economica e della sinistra che alle Camere brigava per far mancare la maggioranza al governo. E, dall'esterno, erano i giorni in cui l'Economist, il Times e il Financial Times invitava il Cavaliere a lasciare la presidenza del Consiglio. Un complotto? Sono in molti a pensarlo. A partire da Calderoli che parla di indiscrezioni inquietanti perché "confermate in serata da un portavoce dell'editore della testata". "Il Quirinale ha smentito i contenuti ma ha confermato la telefonata e del resto non avrebbe potuto fare diversamente perché la vicenda avrebbe configurato un attentato alla Costituzione", continua l'ex ministro che, pur prendendo per buona la smentita del Quirinale, fa notare come nel secondo semestre del 2011 siano accaduti "fatti decisamente strani".

La ricostruzione fatta da Calderoli è molto precisa: "Consultazioni, ancorché informali, del presidente della Repubblica con un governo in carica mai sfiduciato nei giorni successivi alla telefonata, Berlusconi che sale al Colle anticipando a noi ministri che avrebbe proposto un nuovo governo politico e ne esce preannunciando invece le sue dimissioni, un attacco speculativo sui titoli Mediaset, lettere e richiami della Bce e della Commissioni Europea che sanno di 'romano' lontano un miglio, le risate della Merkel e Sarkozy ultra propagandate dai mass media nostrani". Tutti fatti, piuttoso strani, che messi insieme fanno riflettere. E non poco. Proprio per questo, l'esponente del Carroccio proporrà, alla prossima segreteria politica della Lega Nord, l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta al fine di "ricostruire realmente i fatti e gli accadimenti che hanno portato alla fine del governo e alle dimissioni di Berlusconi che sembrano sempre di più spintanee".

"La verità può far male ma è sempre necessaria e spero sinceramente che questa sera, nel suo discorso di fine anno - conclude Calderoli - il presidente della Repubblica possa chiarire tutta questa inquietante vicenda".

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