Politica

Televisione Pessimo inizio, caro Fiorello

Ci vorrebbe il miglior Mike Bongiorno di certi recenti spot per prendere adeguatamente in giro l’ultima trovata di Fiorello, che si è servito delle compiacenti telecamere di Blob per lanciare una sorta di lamentatio non petita, a metà strada tra la gag e il sospetto che voglia mettere le mani avanti in vista del suo prossimo, atteso debutto sul canale 109 di Sky a partire deal 1° aprile: «Nessuno vuol fare pubblicità al mio programma, né la Rai né Mediaset. Berlusconi me l’aveva detto: se lasci la Rai te la faranno pagare. Meno male che ci siete voi di Blob che mi date spazio, forse per fare un dispettuccio a Berlusconi. Vi regalerò un decoder». Questo accadeva nella serata di mercoledì, nel celebre contenitore di Enrico Ghezzi che di solito si occupa di fare il riassunto di quanto passa il convento televisivo nell’arco delle ultime 24 ore e qui ha voluto fare uno strappo alla regola ospitando l’escamotage mediatico del buon Fiorello. Il quale, il giorno dopo, ha corretto un po’ il tiro, divertito all’idea che il suo «sfogo» fosse stato preso sul serio mentre si sarebbe trattato di una semplice incursione nel territorio nemico in attesa di farne altre nel prossimo futuro e averne in cambio ulteriori ritorni di pubblicità. Appurato che in amore, in guerra e in pubblicità tutto (o quasi) è permesso, resta da capire dove Fiorello voglia andare a parare: se la sua è davvero una semplice gag non è delle migliori, ottiene lo scopo di far parlare di sé ma con un sottofondo mal celato di convenzionale lamentela, con un retrogusto di vittimismo che non ci si aspetta da un fuoriclasse come lui. E fa sospettare, oltretutto, che il timore di non ottenere un seguito di pubblico sufficiente dalle sue prossime esibizioni su Sky sia concreto, una sorta di nervo scoperto che comincia già a dolere. Se invece, al di là di tutto, ci fosse davvero da parte sua una sorta di «sindrome d’accerchiamento», lo sfogo fatto passare per gag non avrebbe appigli motivati o razionalmente giustificabili, perché non si vede il motivo per cui Rai e Mediaset dovrebbero fare pubblicità a un programma di Sky. La scelta di Fiorello di lasciare la Rai è stata libera, a suo modo coraggiosa e degna di curiosità, ma la battaglia sportiva per farsi seguire e apprezzare dal pubblico dovrà passare dalla qualità dell’offerta che sarà in grado di esprimere, e non dalla pretesa che gli si debbano aprire preventivamente le porte in virtù di non si sa quale diritto. Fiorello è stato capace di conquistarsi con pieno merito un tale capitale di simpatia anche mettendo alla berlina, sia alla radio che in tivù, certi scontati meccanismi del sistema televisivo, tra cui c’è quello di far parlare di sé a qualunque costo. È sperabile che questa sua ultima uscita sia frutto di un estemporaneo capriccio e che Fiorello continui a divertirci come ha sempre fatto senza iniziare a fare il piangina, anche se a metà strada tra il serio e il faceto.

Altrimenti ci pensi Mike, lo prenda sotto braccio nella pausa di uno degli spot che recitano in coppia e gli tiri paternamente le orecchie.

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