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Il tesoro dei Casalesi: colpo al clan Zagaria

Cinquanta agenti della Dia hanno eseguito due decreti di sequestro di beni per 20 milioni di euro, intestati a cinque tra affiliati o prestanome del clan capeggiato dal latitante Michele Zagaria, uno dei capi della cosca dei casalesi. I beni consistono in immobili, titoli e quote societarie

Il tesoro dei Casalesi: colpo al clan Zagaria

Caserta - Cinquanta agenti della Dia hanno eseguito due decreti di sequestro di beni per 20 milioni di euro, intestati a cinque tra affiliati o prestanome del clan capeggiato dal latitante Michele Zagaria, uno dei capi della cosca dei casalesi. I beni consistono in immobili, titoli e quote societarie. L’operazione si è svolta nel casertano, a Massa Carrara, Parma e Cremona. Il decreto di sequestro è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su proposta del direttore del centro operativo Dia di Napoli.

Il maxi blitz della Dia I beni consistono in una società la 'Nuova Italcostruzioni Nord Srl', situata a Parma. Sequestrati anche due appartamenti e una villa a schiera con box per otto posti auto. Ancora a Parma sequestrato un appartamento, quote del fondo comune monetario Pioneer, obbligazioni 'Bei traguardo', obbligazioni Unicredit, e varie polizze per un valore complessivo di oltre 700mila euro e Cct per 130 mila euro. Sequestrata a Parma anche la ditta individuale 'Bazzini Aldo' e la 'Maisonette immobiliare', il complesso 'Residence Magawly' e il complesso 'Residence Lisoni'. A Massa Carrara è stato sequestrato il complesso 'Antica Marina'. Ad Andrea Bazzini, suocero di Pasquale Zagaria, condannato per associazione mafiosa, sono stati sequestrato anche a Parma un appartamento e due garage.

Il denaro investito in immobili I beni sequestrati nell’ambito dell’operazione denominata 'Maisonnette' su proposta del direttore della Dia generale Antonio Girone facevano capo alla famiglia Zagaria che, "con la piena complicità - spiegano dalla Dia di Napoli - dell’imprenditore parmense Aldo Bazzini, aveva investito cospicui capitali provenienti da traffici illeciti attraverso la costituzione di una fitta rete di ditte e società, costituite ad hoc, operanti nel settore delle costruzioni edili e dell’intermediazione immobiliare". Il denaro veniva soprattutto investito in immobili di lusso situati in zone ad alta valenza turistica tipo la riviera della Versilia o nella campagna cremonese dove era ristrutturata una vecchia scuola poi trasformata in due lussuose abitazioni finemente arredate. Tra i beni sequestrati vi sono anche numerosi conti correnti e numerose polizze 'vita' per un valore di circa 2 milioni di euro. Bazzini attraverso "il proprio rilevante patrimonio - è scritto in una nota della Dia - geneticamente connotato dal requisito della illiceità in quanto frutto del reinvestimento delle cospicue risorse di sicura provenienza illecita del clan Zagaria e pertanto nella piena disponibilità di Pasquale Zagaria, è senza dubbio il principale artefice del reinvestimento dei proventi dell’attività criminale al punto di essere stato condannato per la sua partecipazione all’associazione di tipo mafioso Zagaria". 

Le indagini sul clan Zagaria Uno dei beni sequestrati, la società 'Maisonnette' era stata sequestrata con decreto del gip di Napoli nel giugno di 3 anni fa nell’ambito delle indagini sul clan Zagaria. Ma il bene era stato successivamente dissequestrato circa un anno e mezzo più tardi "perché non vi era la prova che fosse strumentale alla perpetrazione dei delitti in esame". Spiegano dalla Dia che "la peculiarità della misura di prevenzione eseguita oggi e proprio nella minore pregnanza probatoria propria del processo di prevenzione che richiede l’accertamento della sola riconducibilità del bene in capo al soggetto indagato del reato di associazione mafiosa che, invece, dovrà dimostrare, con un’inversione dell’onere della prova di aver lecitamente acquisito la proprietà del bene al di fuori del contesto criminale.

Proprio giovandosi del dissequestro del 2007- prosegue la Dia - il Bazzinni aveva lasciato un gran numero di beni in capo alla società ’Maisonnettè svuotando di fatto le società già in sequestro".

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