Cronache

Il test «Per Genova girando in Mini»

Il test «Per Genova girando in Mini»

C'è voluto un cacciatore di brand di prestigio come Sandro Biasotti, concessionario BMW e Mini nella sua nuovissima Autobi di Campi, per portare la Mini in tour a Genova. Otto tappe otto-città italiane per presentare la rinnovata gamma Mini, declinata tra design e motori e accessori. Che il tempo non s'è fermato allora, ma di quell'allora Mini s'è tenuta l'anima, cucendole addosso l'esuberante follia del nuovo millennio. Autobi si prende il marchio e Biasotti confessa: «Tempi duri, ma incontrando i manager BMW abbiamo deciso di iniziare con coraggio e ambizione. Che abbiano scelto Genova per questo esclusivo evento promozionale è significativo, considerato che spesso la nostra città viene esclusa da certi circuiti».
Lo conforta il brand manager di Mini Michele Fuhs che amplifica il contatto e lo riconduce in famiglia, quella di Mini, dove «l'auto non è solo un mezzo per spostarsi. Ma un modo di vivere». Dove puoi divertirti senza consumare molto e dove i prezzi oscillano tra i 17.000 e i 29.000 euro. È la nuova famiglia Mini in viaggio; ecco le otto tappe documentate nel backstage e nelle case private che si aprono a Mini per il lunch. Come quella di Ludovica Mantovani, la figlia di Paolo, il grande presidente della Samp dello scudetto. A Sant'Ilario, pennellata tra gli ulivi, tempestata di Mini in legno fatte da Ludovica e dalle Mini parcheggiate nella strada più stretta di Genova. Fuhs, la slide via l'altra di un'auto il cui muso-impronta non rinuncia al passato: «Abbiamo copiato talmente bene la vecchia da riprodurne anche i difetti - ironizza il direttore - Corretti subito naturalmente». La racconta nel suo essere Mini Clubman, Cabrio e Countryman (eccezionale crossover a trazione integrale), cui si aggiungono i tre modelli sportivi della John Cooper Works, tetto rosso su carrozzeria nera, «il nostro cavallo da corsa». Non resta che provarle: da Campi a Villa Mantovani, pioggia battente, ora di punta e vietata autostrada. Sola? Sola. Ne acchiappi una gialla, 1600 diesel con tettuccio. Interni in pelle nera e sedili design; al centro del cruscotto nero il tachimetro a prova di cieco intorno a mega navigatore a prova d'errore. Inserisci chiave, schiacci pulsante e la Mini scatta; ti fermi al semaforo, metti in folle, silenzio. Beh? È la tecnologia Minimalism che riduce il consumo, 3,8 litri per 100 chilometri, e le emissioni di CO2, 99 grammi al chilometro. Via per Sant'Ilario; perfetta, se fosse buio, per provare i nuovi fari rotondi che in curva, a mo' di occhio, seguono la strada. Smanetti sul cruscotto, lettore Cd che legge anche file mp3, un software che sintonizza le radio del mondo, il viva voce Bluethooth e la possibilità di analizzare costi-consumi-andamento con l'Iphone: un Mini Connected dove comunicazione e intrattenimento agganciano il tuo reale. Fino a Villa Mantovani sfacciata su quel mare grigio di pioggia, schizzata della colorata allegria Mini che si veste d'arancione e sbanca. Resoconti di performance, e il lungo viaggio italiano di Mini a fare famiglia.

Da Genova per raccontare anche un po' Genova.

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