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In Thailandia "Hitler non è morto" Scoppia la bufera per una pubblicità

Dopo le proteste di Germania e Israele un museo delle cere thailandese ha coperto un tabellone nel quale si utilizzava Adolf Hitler per fare pubblicità

In Thailandia "Hitler non è morto" 
Scoppia la bufera per una pubblicità

Bangkok - "Hitler non è morto". Non si tratta di una tesi strampalata di qualche storico in cerca di notorietà. E nemmeno di un rigurgito neonazista. La politica non c'entra nulla. Il buon gusto sì. La scritta compariva su un cartellone pubblicitario con tanto di foto del Fuhrer mentre si produce nel saluto nazista, reclame per un museo delle cere della città thailandese di Pattaya; dopo le proteste delle ambasciate israeliane e tedesca, è stato ritirato dalle autorità di Bangkok.

Non c'era solo Hitler A onor del vero il Fuhrer non era l’unico personaggio storico utilizzato nella campagna pubblicitaria. Anche se, per ovvie ragioni - e soprattutto per la scritta associata all'immagine - è quello che ha destato più scalpore: "Non abbiamo usato la sua immagine per celebrarne il ricordo, crediamo che si tratti di una figura storica importante, nel senso più orribile del termine", ha spiegato il direttore del museo, Somporn Naksuetrong, che ha presentato le sue pubbliche scuse.

L'ambasciata tedesca Il rappresentante diplomatico tedesco in Thailandia, Hans Schumacher, ha definito la pubblicità "volgare" protestando presso il ministero degli Esteri di Bangkok; l’ambasciata israeliana si è invece lamentata direttamente con il museo.

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