In Ticino sta crollando la vendita di vino rosso

Domenico Pinna

La notizia buona è che il numero degli incidenti stradali è calato del 12% nei primi sei mesi del 2005, con una riduzione del 26% dei sinistri dovuti ad automobilisti alticci. Quella cattiva è che le vendite di vino si sono ridotte drasticamente: addirittura del 75% in gennaio e febbraio, e del 60% in giugno. Fenomeni che sono le due facce della stessa medaglia. Entrambi sono «figli» del giro di vite scattato lo scorso gennaio. All’inizio dell’anno in Svizzera è, difatti, stato ridotto il tasso di alcolemia consentito per chi guida: è passato dallo 0,8 allo 0,5 per mille. Un limite che è stato aspramente contestato: tutto dipende dal peso e dalla personale capacità di reggere l’alcol, ma per alcuni non è possibile bere più di un bicchiere di vino per non risultare fuorilegge. Concludere, poi, il pasto con una grappa o un amaro e mettersi alla guida, significa dire addio con assoluta certezza alla patente per qualche mese. Nuove regole che hanno cambiato radicalmente le abitudini dei ticinesi, con una ricaduta su un comparto già non particolarmente brillante. Al trend al ribasso delle vendite di vino, addebitabile alla crisi, è stata ora impressa un’accelerazione. A crollare letteralmente sono state le vendite di rosso. Il bianco, tutto sommato, è riuscito a limitare le perdite con un calo del 17% nel mese di giugno. «In Ticino abbiamo fatto una campagna a tappeto per promuovere il bianco. Forse è per questo che ha tenuto», dice Stefano Caligari, direttore di Ticinowine, associazione che promuove il vino ticinese. Ma se le nuove norme del codice stradale hanno assestato un duro colpo al settore vitivinicolo, soprattutto nel Mendrisiotto, dove si concentra il maggior numero di vigneti, i produttori stanno realizzando che è l’ora di correre ai ripari. Il che significa rivedere la strategia da mettere in campo. «Sicuramente vanno ridotti i costi e le eccedenze di uva: occorre aumentare la qualità e aprirsi a nuovi mercati come la Lombardia», aggiunge Caligari. In altre parole il Ticino deve essere più concorrenziale. Sì, perché l’andamento delle vendite di vino è riconducibile alla nuova norma del codice stradale, ma anche al grande male dell’economia svizzera: i prezzi troppo alti dei beni elvetici, mediamente superiori del 30% a quelli dell’Ue.

Un esempio per tutti: in Ticino è difficile trovare un Merlot, un vino della fascia medio-bassa, a meno di sei euro.

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