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Tiger è tornato Tiger Lo Us Open è la prossima preda

Alla faccia di chi pensava male! Al Quail Hollow Championship era a un colpo dal leader con 9 buche da giocare e non ha fatto meglio di 72. Era nell’ultima partita al Players Championship ma non ha preso un fairway ed ha chiuso in 73 colpi. Stavolta Tiger Woods ha tappato la bocca a tutti in occasione del Memorial, il torneo di Jack Nicklaus al Muirfield Village, nell’Ohio. Partito da dietro, ha imbucato un colpo impossibile per l’eagle alla 11 ed andare al comando, ha subito un bogey alla 16 per ritrovarsi appaiato con Furyk e poi ha dato la zampata nelle due buche finali con due colpi al green eccezionali e due birdie dalla brevissima distanza. Un giro finale in 65 colpi che gli ha regalato la quarta vittoria nel Memorial e un milione e 80mila dollari di prima moneta.
Jack Nicklaus alla premiazione non ha esitato a dire «se settimana prossima Tiger gioca così e non vince lo Us Open il primo a stupirsi sarò proprio io. Vedo a rischio il mio record di 18 Majors, in due anni Tiger mi può superare!». E se lo dice l’Orso d’oro...
Una cosa è certa, e lo dico ormai da tempo: se in campo c’è lui - il fenomeno - lo spettacolo è assicurato e se qualcuno aveva ancora dei dubbi sul suo rientro e la sua efficienza dopo l’operazione al ginocchio ora ha la risposta certa e sicura. Tiger viaggia su un altro pianeta, fa colpi che nessuno osa pensare di fare, si esalta nei momenti critici e lascia a bocca aperta anche i suoi migliori avversari che ormai non provano più soggezione nei suoi confronti, ma indiscussa ammirazione. Stavolta non ha mancato un fairway nelle ultime 18 buche, cosa che non gli accadeva da cinque anni, è rimontato dalla 24ª posizione dopo le 36 buche, non ha guardato in faccia a nessuno e ha lanciato il guanto di sfida per il prossimo Us Open a Bethpage Black che già lo vide vincitore nel 2002. Che Furyk, Byrd e Wilson siano arrivati incollati alle sue spalle poco importa: Tiger is Tiger.
Sul Tour Europeo nel Celtic Manor Wales Open prima vittoria in carriera del danese Jeppe Huldahl, ventiseienne di Copenhagen, fresco «graduato» del Challenge Tour 2008. Era facile aspettarsi che Jeppe, partito al comando per le ultime 18 buche appaiato con lo spagnolo Ignacio Garrido e l’inglese Nick Dogerty, sentisse la pressione e prima o poi entrasse in fibrillazione. Esattamente il contrario: il danese, freddo come un iceberg, ha preso ben presto la testa della classifica e poi ha visto i suoi più diretto avversari mollare il colpo così come due giocatori quali Fasth e McGinley rientrati in corsa nelle prime nove buche.
Huldhal ha tirato dritto per la sua strada, si è guadagnato i 343mila euro della prima moneta e due anni di esenzione sul tour maggiore proprio sul difficile campo che l’anno prossimo ospiterà la Ryder Cup, confermando che il Challenge Tour ormai è davvero «la fabbrica» dei nuovi campioni.


E a proposito di Challenge Tour, nel torneo giocatosi in Austria, il Karnter Golf Open, vinto dal tedesco Christophe Gunther, con un giro finale in 62 colpi, Edoardo Molinari si è aggiudicato la 4ª posizione, grazie alla quale è passato al comando nell’ordine di merito, ma soprattutto è apparso in continua crescita e pronto ad essere protagonista ancora nel corso della stagione e conquistare nuovamente la «carta» per tornare a competere l’anno prossimo tra i big.

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