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Tizzano, la nobiltà dell'Emilia

T izzano è un'azienda agricola con il sangue blu. Nel secolo scorso sui terreni accoccolati sulle prime colline bolognesi, proprio sopra Casalecchio di Reno la nobile famiglia Marescalchi aveva qui la sua residenza. E qui sperimentò tra le prime la coltivazione di vitigni francesi (Pinot, Cabernet, Sauvignon) assai prima che questi si globalizzassero. Poi arrivarono i Visconti di Modrone che oggi conducono con criteri all'avanguardia un'azienda che comunque conta su radici profonde, nella quale i vitigni sono curati con antica amorevolezza e le vendemmie sono condotte manualmente.L'azienda agricola Tizzano si estende per 230 ettari, dei quali però solo 35 sono vitati. Ultimamente molte delle energie sono investite nella valorizzazione del Pignoletto, vanto dell'enologia bolognese. Un bianco da uve Grechetto Gentile presente in Emilia fin dall'epoca romana, al punto che qualcuno intravede l'origine del nome nel «Pino Lieto» descritto da Plinio il Vecchio come un vino non abbastanza dolce per accontentare i gusti stucchevoli dei latini . Più probabile però che il nome derivi dalla forma dell'acino, sim ile a una piccola pigna. Qui questa gloria locale viene declinata nella versione ferma Superiore e nelle due versioni «mosse»: il Pignoletto frizzante, da consumo rapido e allegro; e il Pignoletto Spumante vinificato con il metodo Charmat, che si pone per un consumo a tutto pasto. Tra i bianchi si segnala anche un piacevole Sauvignon. I rossi sono tutti giocati sulla dualità tra autoctoni e internazionali «autoctonizzati»: a quest'ultima categoria appartengono il Cabernet Sauvignon e il Merlot, mentre la Barbera viene anch'essa realizzata sia ferma sia nella tradizionale versione frizzante, ottima compagna di salumi e ragù.

Allegria e nobiltà.

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