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Il Toric, tra storia e natura Un perpetuo d'eccezione

Michel Parmigiani, fondatore di Parmigiani Fleurier, quando si trovò a disegnare il primo orologio della sua neonata Maison, nel 1996, si ricordó della spirale che la natura aveva disegnato sul mantello di una conchiglia in una spiaggia della Malesia, da lui osservata durante una passeggiata. In quei tratti percepí la congiunzione tra i vertici dei lati di rettangoli in rapporto aureo tra loro, composti l'uno sull'altro. Su questa logica matematica disegnò le anse, le scanalature delle colonne ioniche gli ispirarono gl'incavi della corona e le godronature della lunetta, le cui cornici circolari bombate si richiamano ai tori, ossia le basi delle suindicate colonne, collocati sul plinto. Proprio per questo chiamò quell'orologio Toric. Oggi, più di 20 anni dopo, quella cassa raffinata ed evoluta, ma pur sempre frutto di un'intuizione, è la protagonista tra le novità 2019, proposte da Parmigiani Fleurier al Salone dell'Alta Orologeria di Ginevra. La sua lunetta cannelé scalinata, in un contesto reso ancor più ergonomico dalla riduzione degli spessori, accoglie, il fascino del calendario perpetuo, interpretato con datario retrogrado, a conferire eleganza e dinamicità ad un affichage distribuito su un quadrante decorato guilloché, nell'impattante tonalità ardesia. Le altre indicazioni perpetuali sono a finestrella (rettangolare per giorno e mese; circolare per il ciclo bisestile). Un insieme, contenuto in 42,5 mm di diametro per 12,1 mm di spessore, esaltato dall'oro rosa ed in cui spiccano le fasi lunari, distinte per i due emisferi, e scorrenti su di un disco in avventurina. Il Toric Quantième Perpetuel Rétrograde (in foto) dispone di un movimento automatico di manifattura, calibro PF317, con due bariletti montati in serie a garanzia di una riserva di carica di 50 ore. Il prezzo è di 31.000 euro.

FRin

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