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Totò inglese vende l'hotel Ritz di Londra e incassa 1,2 milioni di euro di anticipo

Camionista disoccupato riesce a piazzare l'albergo inaugurato nel 1906 da Cesare Ritz, definito da Edoardo VII «Albergatore dei Re, Re degli albergatori». Spacciatosi per socio dei veri proprietari, aveva stabilito il prezzo in 300 milioni. Arrestato e condannato a cinque anni, ma non ha mai restituito la caparra

«Permette? Sono il Cavalier Ufficiale Antonio Trevi. E questa la mia fontana. Vuole comprarla?» Inizia così una delle più esilaranti scenette di «Tototruffa62» diretto da Camillo Mastrocinque. Ovviamente protagonista Totò, che notando l'ingenuo italo americano Decio Cavallo prima lo addesca e poi gli vende la fontana, con la complicità di Nino Taranto. L'affare si sarebbe concluso il giorno dopo al consolato americano, ma nel frattempo la vittima versa mezzo milione di caparra.
Solo un film? Nemmeno per sogno. Proprio l'altro giorno un tribunale inglese ha condannato un camionista disoccupato che per vendere hotel Ritz di Londra aveva incassato un milione. Ma di sterline. Che al cambio attuale fanno circa 1 milione e 200mila euro. Soldi mai più recuperati dagli ingenui acquirenti.
Era il 24 maggio 1906 quando Cesare Ritz inaugurò il suo famoso hotel diventando ben presto «l'albergatore dei Re, il Re degli albergatori». Un nomignolo affibbiatogli nientemeno che da Edoardo VII, che sedette sul trono dei tre leoni dal 1901 al 19010. Affacciato su Piccadilly, il cuore di Londra, ancor oggi è sinonimo di eleganza ed esclusività: una misera singola, per capirci, costa sui 450 euro a notte.
Logico quindi che quando è stata messa in giro la voce che l'hotel era in vendita alla modica cifra di 250 milioni di sterlina, 300 in euro, molti «Decio Cavallo» si sono fatti avanti. A condurre la trattativa Anthony Lee, un camionista disoccupato di 49 anni che nel marzo 2007 convince i potenziali acquirenti di essere un amico strettissimo e socio dei fratelli Barclay, i miliardari proprietari dell'hotel, e riuscendo anche a farsi consegnare oltre il famoso milione di sterline di anticipo.
Lee avrebbe avuto come complici (che però sono stati prosciolti dal concorso nella truffa) un imprenditore in pensione e un avvocato, il quale doveva dare all'affare «una patina di legittimità». Quando gli interlocutori mostravano scetticismo, il trio motivava la segretezza in cui erano avvolte le trattative con il gusto per la discrezione dei fratelli Barclay, che vivono per la maggior parte del tempo in un castello neo-gotico dell'isola anglo-normanna di Brecqhou.
Per farsi consegnare la caparra di un milione di sterline, i tre avevano anche fatto credere alle vittime che altri fantomatici compratori avevano rilanciato l'offerta: la vendita ovviamente non ha mai avuto luogo e il deposito non è mai stato rimborsato. Individuato dalla giustizia, nei giorni scorsi l'intraprendente camionista è stato condannato nei giorni scorsi a cinque anni di galera.

Quando uscirà troverà ad attenderlo il famoso milione di sterline che nessuno è finora riuscito a scovare.

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