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Totti: «Arbitro di parte? Spero di no ma Rosetti non è stato all’altezza»

«Guardate che segni sulla coscia, ma nessuno è stato espulso». Perrotta: «Delio Rossi ci ha offeso» Il tecnico: «Non è vero»

Fabrizio Aspri

da Roma

Amarezza, rabbia, voglia di riscatto. La Roma riavvolge il nastro della gara, rivive i frammenti di un derby da dimenticare e prepara la «rinascita» contro il Palermo.
Non sono piaciute le frasi al veleno lanciate da Delio Rossi a fine gara, mentre le squadre raggiungevano il sottopassaggio.
Perrotta è infuriato. Non ha accettato gli «sfottò» del tecnico biancoceleste. «Un professionista non dovrebbe dire certe cose – tuona - è stata un’uscita poco felice. Cosa ha detto? Che era giusta la sconfitta, perché noi della Roma siamo dei presuntuosi. Da oggi lo stimo un po’ meno. La gara? È una brutta batosta ma c’è tempo per recuperare. Nei momenti delicati riusciamo spesso a risollevarci. A questo punto è meglio affrontare subito una grande avversaria come il Palermo: un test del genere può consentirci di risalire la china».
Pizarro è sulla stessa linea. E anche il cileno non ha metabolizzato le «esternazioni» del tecnico biancoceleste. «Non mi è piaciuta la presunzione di Delio Rossi – confessa - ma attenzione, perché le rivincite sono ancora più belle. Non pensavo di concludere così il mio primo derby. Ledesma ha pescato un jolly, quel rigore c’era e non c’era. Insomma, dopo il primo tempo giocato dalla Roma, non pensavo proprio finisse così».
Pronta la replica dell’allenatore della Lazio, sorpreso da tanto clamore. «Non è vero ciò che ha detto Perrotta – spiega - non ho insultato nessuno. Non è nel mio stile prendere in giro la gente. Piuttosto ho ricordato ad alcuni giocatori della Roma il loro modo sguaiato di festeggiare il derby della passata stagione. E gli ho anche detto che nella vita solo le montagne non si incontrano mai». Un messaggio in codice, dunque. Quasi per ricordare che qualcosa, nella cornice della stracittadina del torneo passato, proprio non gli è andata giù. Come a Totti non è andata giù la direzione di gara. «Rosetti non è stato all’altezza di questo derby: arbitraggio di parte? Spero di no... Ma andatevi a rivedere la partita. Ho un bruttissimo segno sulla coscia, però Zauri non è stato espulso. Anzi, qualcuno chiedeva addirittura la mia espulsione... Se chiedo maggiore tutela? La tutela non c’è e non c’è mai stata e non ci sarà. Certo, non abbiamo giocato secondo le nostre possibilità: sette punti dall’Inter non sono pochi. Ma intanto pensiamo a battere il Palermo per il secondo posto. Il campionato è lungo, noi a differenza di altri puntiamo sempre in alto».
A questo punto non rimane che puntare dritti verso la gara con i siciliani. «È l’unica cosa che possiamo fare – confessa Taddei - e questa settimana sarà fondamentale per lavorare e preparare al meglio il match della prossima giornata. Sono stati più bravi e noi non siamo stati gli stessi di sempre. È mancata quella grinta che ha sempre contraddistinto le nostre prestazioni».
Gli occhi tristi di Mancini, esprimono come meglio non si potrebbe l’atmosfera che aleggia nello spogliatoio giallorosso. «È una serata da dimenticare, ma dobbiamo stare tranquilli. Ci aspettavamo una grande Lazio, sono sconfitte che possono venire. Ma non devono rovinare una stagione...».

Ma è il tecnico Spalletti a fare l’analisi più lucida: «Il rigore ci ha tagliato le gambe, ma per il campionato restiamo in corsa, anzi, lo siamo più adesso di prima, anche perché credo che se la squadra esiste davvero, questo è il momento di dimostrarlo».

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