Cronaca locale

Traduce i vangeli in milanese per aiutare gli orfani d'Africa

Padre Edo Mörlin Visconti, missionario in Uganda, trascorre sei mesi l'anno in Lombardia per raccogliere fondi da destinare alle sue 25 parrocchie

Il figliol prodigo in 180 versi, quasi due canti della Divina Commedia, più sette strofe di chiusa, il commento alla lettura. È poesia e Vangelo insieme, in dialetto. C'è un prete lombardo che ha tradotto i vangeli, gli atti degli Apostoli e i misteri del Rosario in milanese. Per la gioia dei leghisti, si dirà. Ma sentite: lui, padre Edo Mörlin Visconti (fratello di Benigno, direttore della Veneranda Fabbrica del Duomo) scrive in milanese per aiutare gli africani, la sua missione di Gulu, in Uganda. Sessantatrè anni, quaranta dei quali passati nel cuore del continente nero.
"Sono stato ordinato in Uganda nel '71 - racconta - Per vent'anni ho fatto il parroco senza muovermi, poi, da quando sono diventato responsabile dell'intera diocesi, un territorio grande come la Lombardia impoverito da una guerra ventennale, 25 parrocchie e 55 preti, trascorro sei mesi in Italia a chiedere l'elemosina". Com'è nata l'idea dei Vangeli in dialetto? "Per caso - rivela - Quando si è sposato un mio carissimo amico, varesotto, gli ho scritto in milanese le Nozze di Cana". Da lì il passo è stato breve e il successo travolgente. Nel 1980 pubblica "El Vangel per el dì d'incoeu" (il vangelo per il giorno d'oggi), 24 capitoli in endecasillabi dalla Visitazione all'Ascensione. Il primo volumetto si è riprodotto in 30mila copie. A seguire "El Vangel per el dì d'incoeu 2", "La Gesa e la soa mamma"(gli atti degli Apostoli) e "I quatter coronn del Rosari", un sonetto per i venti misteri del rosario. Costano 10 euro l'uno, sono in vendita alla libreria Ambrosiana o alla onlus "Amici di Gulu" (02-54120526 amicidigulu@enter.it). "Quando ho stampato il primo Vangelo, gli amici del Circolo Filologico mi hanno fatto le pulci - aggiunge padre Edo - In effetti c'era qualche errore di grammatica così mi sono preso la briga di frequentare i corsi di dialetto e negli altri tre libri ho meritato un bel 10 in grammatica". Non è finita: gli atti degli Apostoli sono stati rappresentati in milanese stretto anche in teatro. Sul palco, assieme a padre Edo, due attori professionisti che recitano come volontari. «Siamo stati al teatro di Varese e qui a Milano al Parenti, abbiam fatto sempre il tutto esaurito - prosegue Mörlin Visconti - Lo spettacolo è ancora pronto, ho le luci in cantina, se qualcuno fosse interessato...". I sei mesi milanesi Padre Edo li trascorre a batter cassa, "il mondo povero è molto grande" dice. Ogni domenica recita l'omelia in una parrocchia diversa, "con le offerte racimolo il 40 per cento, il resto lo raccolgo scrivendo lettere ai benefattori. Per mandare avanti le parrocchie di Gulu servono 200mila euro l'anno, ci sono un milione 500mila abitanti, 900mila di questi sono cattolici. La guerra è finita due anni fa, i sacerdoti erano quasi tutti sfollati a casa del vescovo o presso qualche istituzione.

Ora che sono disposti a tornare ad abitare in mezzo alla gente c'è bisogno di riscostruire le canoniche". I Vangeli di padre Edo hanno tutti una chiusa personale, un commento che ci fa capire che la parola di Gesù è sempre attuale, prendiamo le Beatitudini: "Fortunaa quei che gh'hann minga la colla sui man quand che se tratta de danee perchè a la fin de tutt sto tiramolla in Paradis sarann no forastee" (Fortunati quelli che non hanno la colla sulle mani quando si tratta di denaro perchè alla fine di tutto questo tira e molla in Paradiso non

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