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Trans, Marrazzo filmato i carabinieri confessano: "Il video? Girato da noi"

Simeone, uno dei militari cha ricattava il governatore: "Quel video che lo ritrae insieme al trans Natalie l’ho girato io col collega Tagliente". Il legale di Brenda: "Cominciano a prendere corpo l'ipotesi dell'omicidio"

Trans, Marrazzo filmato 
i carabinieri confessano: 
"Il video? Girato da noi"

Roma - "Quel video che ritrae Marrazzo insieme al trans Natalie l’ho girato io col mio collega Tagliente". Il carabiniere Luciano Simeone, interrogato oggi a a Regina Coeli, lo ha confermato agli inquirenti che indagano sul presunto ricatto all’ex presidente della Regione Lazio. Intanto il legale di Brenda rivela: "Cominciano a prendere corpo ipotesi inquietanti e quindi anche quella del possibile omicidio".

Le rivelazioni sul video con Natalie "Siamo stati io e Carlo Tagliente a girare il video. Utilizzammo il suo telefonino, con il quale si potevano fare riprese", ha detto Simeone che è stato interrogato in carcere, oggi, dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal pm Rodolfo Sabelli. Quel filmato, con Marrazzo e trans Natali, del 3 luglio scorso, della durata di 12 minuti, non è mai stato trovato. Che il video sia stato girato dai carabinieri è ribadita anche dal gip Renato Laviola nel decreto con cui è stata autorizzata la perquisizione dello studio dell’avvocato Marco Cinquegrana, difensore del pusher Gianguerino Cafasso, morto il 12 settembre scorso. Nel documento del giudice si spiega che "il filmato è stato girato dai carabinieri" e che nel film completo, quello scomparso, "sarebbero ritratti gli stessi carabinieri che lo hanno realizzato".

Le riprese in via Gradoli Rispetto al blitz, Simeone ha spiegato che lui e Tagliente andarono nell’appartamento di Natalie, in via Gradoli, perché allertati da Cafasso e che nell’abitazione trovarono la droga e non portarono via nè soldi o assegni. E' lo schema che lo stesso Simeone aveva riproposto nei mesi scorsi, prima che cominciasse ad ammettere di aver avuto un ruolo più chiaro nella vicenda. E di togliere Cafasso dalla scena, che in un primo tempo era l’autore del video e l’organizzatore del tutto. Chi indaga ritiene che Natalie chiamò Cafasso, informandolo della presenza di Marrazzo nel suo monolocale e dell’esigenza di avere cocaina. Il pusher avrebbe quindi avvertito Tagliente. Di qui l’incursione dei militari, durante il quale fu girato il video.

Nessun filmato sul cellulare Sul cellulare di Tagliente non è, tuttavia, stato trovato nulla. Forse perché la memoria del telefono è stata sovrascritta. Secondo i militari indagati il video sarebbe poi stato trasferito su un cd, in seguito da loro rotto. Nel corso degli accertamenti gli investigatori del Ros trovarono un dischetto spezzato. Per la morte di Cafasso è sott’accusa il maresciallo Nicola Testini. Anche lui, ormai libero, finì in carcere come Simeone, insieme a Tagliente (anche lui ancora in cella) e ad Antonio Tamburrino per il ricatto a Marrazzo. Le accuse per quella storia sono di estorsione, rapina, violazione della privacy, violazione di domicilio e spaccio.

La presenza della droga Simeone ha spiegato di non essere stato lui a portare la droga nell’appartamento di via Gradoli dove l’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo era in compagnia di un trans. La convinzione degli inquirenti è che a portare la cocaina siano stati gli stessi Tagliente e Simeone, ma oggi quest’ultimo ha negato la circostanza limitandosi a ribadire che il loro intervento scaturì da una segnalazione di Gianguerino Cafasso, al quale si era rivolta Natalie per la richiesta di droga. L’interesse degli inquirenti per il recupero del video integrale che immortala Marrazzo assieme a Natalie è legato alla necessità di verificare se, oltre a Marrazzo, Natalie, Tagliente e Simeone ci fossero altre persone nell’appartamento di via Gradoli e se la droga fosse già nell’abitazione.

Per Brenda avanza l'ipotesi omicidio "Cominciano a prendere corpo ipotesi inquietanti e quindi anche quella del possibile omicidio di Brenda". Così Walter Biscotti, uno dei legali di Brenda, il trans morto e coinvolto nello scandalo Marrazzo, ha commentato la notizia che vede indagato dalla Procura di Roma il maresciallo della Compagnia Trionfale con l’accusa di avere ucciso il pusher Gianguerino Cafasso.

"C’e - ha spiegato Biscotti - una sorprendente coincidenza di eventi e persone legate tra loro e una concatenazione non casuale: cio fa pensare che Brenda non sarebbe morta per un semplice incidente".

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