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"La trattativa? Sarà lunga" Roma, si complica l'affare con lo zio Tom americano

L'imprenditore americano, patron dei Boston Red Sox di baseball, ha interrotto le trattive con Unicredit e poi si è diretto all'Antitrust. Quindi è tornato. Si complica il passaggio del 60% delle quote dei giallorossi

"La trattativa? Sarà lunga" 
Roma, si complica l'affare 
con lo zio Tom americano

Roma - Dopo un'intera giornata, un'altra ancora. Quindi la visita alla Consob. E l'annuncio ufficiale della nuova Roma a stelle e strisce è atteso in serata, a Borsa chiusa. È terminato intorno a mezzogiorno l'incontro tra Unicredit e Thomas Richard DiBenedetto, l’imprenditore a capo della cordata statunitense interessata all’acquisto della società giallorossa. DiBenedetto ha lasciato lo studio legale Grimaldi e associati e si è diretto negli uffici dell'Antitrust, l’autorità garante della concorrenza e mercato. Qui ha incontrato il presidente, Antonio Catricalà, per un faccia a faccia di 20 minuti. Terminato l’incontro, DiBenedetto è tornato allo studio Grimaldi e associati, sede della trattativa.

Incontro ripreso Non è stato ancora firmato nessun accordo per la vendita della Roma agli americani guidati da DiBenedetto. Lo riferiscono fonti vicine alla trattativa precisando che il negoziato riprenderà nel primo pomeriggio per proseguire a oltranza. La trattativa era stata interrotta visto che DiBenedetto aveva in agenda un appuntamento programmato già da tempo con il presidente dell’Antitrust Catricalà. La visita, durata poco più di mezz'ora, è stata definita di "cortesia". Qualora l’operazione andasse in porto dovrà poi passare per gli uffici dell’Authority che dovranno dare il proprio via libera.  

Situazione critica "Non finirà presto". Così il presidente di Roma 2000 (holding che controlla il 67% dell’As Roma), Attilio Zimatore, lasciando lo studio legale dove si sta svolgendo la trattativa per la vendita del club giallorosso alla cordata guidata da DiBenedetto.

La trattativa "I am very happy to be in Rome" e poi "forza Roma, forza Roma" ha detto l’imprenditore americano che detiene anche i Boston Red Sox di baseball appena arrivato ieri all’aeroporto di Fiumicino prima di chiudersi per 10 ore intorno al tavolo con i vertici della banca di Piazza Cordusio, Paolo Fiorentino e Piergiorgio Peluso. Mentre per la famiglia Sensi c’è l’avvocato Gianumberto de Giovanni (studio Lovells). Fonti vicine alle trattative spieganoche la trattativa è complessa, ma non problematica. Nessuna battuta d'arresto, la difficoltà data da due Paesi con regimi fiscali diversi e regolamentazioni differenti. 

Le quote Le parti, si apprende, stanno valutando la costituzione di una Newco in Italia partecipata al 60% dagli americani e al 40% da Unicredit (con possibilità di scendere al 20 in modo da far entrare altri soci italiani). I tempi tecnici per far nascere il nuovo veicolo non sarebbero stretti: si parla di una decina di giorni. Al tempo stesso la banca e i rappresentanti della famiglia Sensi stanno puntando molto, come lo è sempre stato in questi mesi, sulla futura competitività dell’As Roma nel mondo del calcio. Tema questo su cui le diplomazie stanno trovando un accordo anche per l’ammontare delle risorse da destinare al mercato per la prossima stagione. A questi soldi inoltre si aggiungeranno altre risorse per ricapitalizzare la società. Una volta raggiunta l’intesa, la parola passerà quindi al Cda di Roma2000 (forse domani), che custodisce il pacchetto azionario, per dare il via libera che sancirà il passaggio di proprietà e l’addio dei Sensi da Trigoria. Incassato anche questo disco verde si procederà con il deposito della documentazione per il lancio dell’Opa obbligatoria sul 100% del capitale dell’As Roma.

Che avverrà subito dopo l’ok di Antitrust e Consob.

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