Cronaca locale

Travolse un motociclista nel centro di Milano condannato a 16 anni

Secondo la Procura, il pensionato 71enne aveva reagito agli insulti e a uno sputo. Diversa la versione dell'anziano: "L'avevo inseguito solo per parlargli, è caduto davanti alla mia macchina"

Un momento di follia costato la vita a un motociclista, e 16 anni di galera al pensionato che - dopo un banale litigio in strada - l'aveva inseguito e investito con l'auto. Finisce così l'udienza davanti al giudice per Vittorio Petronella, il pensionato 71enne che lo scorso 25 luglio ha ucciso Alessandro Mosele, 35 anni Alessandro Mosele, che lo aveva insultato e gli aveva sputato addosso perché si era visto tagliare la strada all'incrocio tra via Palestrina e via Andrea Doria. La sentenza è stata emessa dal gup Donatella Banci Buonamici con rito abbreviato. Il gup ha disposto che le parti civili, i genitori e il fratello della vittima, siano risarcite in sede civile, ma ha assegnato 25mila euro di provvisionale per ciascuno. Secondo i testimoni, Petronella, per dar sfogo alla sua rabbia dopo esser stato insultato, ha inseguito il motociclista, lo ha travolto e ha accelerato per liberarsi del 35enne rimasto aggrappato alla targa. Non solo, quando questa ha ceduto, ha fatto un'inversione e lo ha investito una seconda volta. Per Mosele non c'è stato niente da fare. È morto all'arrivo in ospedale, mentre i passanti bloccavano il 71enne tornato indietro a recuperare la targa. Petronella ha sempre negato questa ricostruzione ed è tornato a farlo questa mattina, nell'interrogatorio chiesto al gup Donatella Banci Buonamici. Secondo la sua versione, ha inseguito il motociclista solo per parlargli, ma Mosele è caduto dallo scooter proprio davanti alla sua macchina. La moglie e il figlio parlano di «due vite rovinate» perché Mosele «ha avuto un comportamento incivile, perché aveva bevuto e si era drogato». Che stesse guidando sotto l'effetto di alcol e hashish lo afferma una consulenza tossicologica fatta svolgere dai difensori dell'imputato su campioni biologici estratti durante l'autopsia.

La consulenza però non è stata ammessa nel procedimento, perché presentata dopo la richiesta di abbreviato, che congela il procedimento allo stato degli atti depositati fino a quel momento.

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