Cultura e Spettacoli

Il Trecento di Giovanni Villani a titolo di «Nuova cronica»

Scene e notizie di vita quotidiana illustrate da preziose miniature nell’opera del mercante e storico

«Leone fugge in città, madre salva il figlio». Non è il titolo d’una notizia di cronaca tratta da un quotidiano, bensì una delle mille storie che Giovanni Villani (1280-1348) ci ha tramandato nella sua Chronica, una tra le opere più importanti della storiografia medievale italiana. Nulla di nuovo, si dirà, dato che il testo del Villani è anche fra i più noti: l’ultima edizione critica è del 1991 e ben 111 sono i manoscritti esistenti che ce l’hanno conservata. Tanto che in una classifica dei bestseller medievali la Chronica (o Nuova cronica, come si dovrebbe dire) occuperebbe il decimo posto, seguendo la graduatoria stilata un quarto di secolo fa da Bernard Guenée. Nuovo è il fatto che ora è possibile ammirare in tutto il loro splendore le notevoli miniature che decorano uno dei manoscritti più antichi e meglio conservati, il Chigiano L VIII 296 della Biblioteca Vaticana. Sono ben 253 immagini a disegno acquarellato, concepite in contemporanea con la riscrittura del testo e finemente realizzate sino all’improvvisa interruzione del lavoro forse causata dalla caduta dei committenti, la famiglia Bonaccorsi.
Non sono pochi i manuali scolastici di storia che, negli ultimi decenni, hanno attinto a questo serbatoio per illustrare le proprie pagine. Ma, come accade spesso, forse per questioni di copyright, forse per pigrizia, solo poche immagini sono state riprese, e sempre le stesse: come quella del «patto scellerato» tra Federico II e il sultano d’Egitto per il controllo di Gerusalemme nel 1229, oppure quella del rogo dei templari nel 1307. Grazie invece al volume Il Villani illustrato. Firenze e l’Italia medievale (Biblioteca Apostolica Vaticana - Le Lettere, pagg. 264, euro 85) curato da Chiara Frugoni e introdotto da puntuali saggi di Alessandro Barbero, Riccardo Luisi, Alessandro Savorelli e Giuseppa Zanichelli, è ora possibile ammirare in tutto il suo splendore il potenziale narrativo di questo apparato illustrativo.
Iniziata intorno al 1333 (l’anno dell’inondazione patita da Firenze) e terminata per la morte del Villani a causa della peste, la Nuova cronica è il prototipo d’una stagione di scrittura della storia. L’autore è un laico, un mercante dagli scambi e dal respiro internazionali impegnato pure sul versante pubblico nella vita politica di Firenze, il quale scrive in volgare. Ampio, anzi amplissimo, il quadro storico, a partire dalla narrazione biblica e dalla storia di Roma sino ai suoi giorni, con risalto dato alle grandi imprese e ai personaggi soprattutto della storia recente. Ma concedendo anche spazio iconografico ai soggetti profani e agli eventi minuti del popolo e della vita quotidiana, in altalena tra macro e microstoria. Come nel caso di quella madre che salvò il proprio figliolo dalle zanne di un leone che, scappato dalla custodia della guardia nei pressi della loggia del Bigallo, aveva seminato il terrore per le vie della città. Ma non nel cuore della donna, che aveva ripreso il bimbo senza che «nullo male» accadesse. Fu un caso? Forse, ma forse pure, dice il cronista, per «la gentilezza della natura del leone».

Domani, alle ore 17, il volume Il Villani Illustrato verrà presentato a Firenze a Palazzo Vecchio (Sala dei Dugento) dallo storico Franco Cardini. Interverranno gli autori Alessandro Barbero, Chiara Frugoni, Riccardo Luisi, Alessandro Savorelli, Giuseppa Z.

Zanichelli.

Commenti