Economia

Tremonti: «Legge anti scalata alla francese»

Forse un nuovo decreto. Più probabilmente sono in arrivo emendamenti al primo provvedimento «anti-scalate» per rafforzarlo, fissando i settori strategici su cui è possibile congelare i diritti di voto degli azionisti esteri. «Non vedo perché una legge che difende i lavoratori in altri Paesi non possa andar bene per difendere i lavoratori italiani», dice Giulio Tremonti in un’intervista televisiva. «Porteremo in Europa, tradotta in italiano, la legge francese anti-Opa», aggiunge. L’occasione migliore per un confronto a livello di ministri delle Finanze è offerta dall’Ecofin informale che si tiene in Ungheria l’8 e 9 aprile prossimi.
Più poteri alla Consob in tema di cambiamenti proprietari; abbassamento del limite entro cui lanciare un’Opa; elenco dei settori industriali strategici in cui è possibile congelare i diritti di voto degli azionisti esteri. Questi i temi dei probabili emendamenti al decreto che, per il momento, concede soltanto più tempo (fino al 30 giugno) per l’assemblea della Parmalat.
«L’Europa presuppone il mercato, ma anche la reciprocità - spiega il ministro dell’Economia nella trasmissione In mezz’ora, condotta da Lucia Annunziata - e noi abbiamo l’impressione che l’Italia creda nel mercato e un altro Paese (la Francia, ndr) creda invece nei monopoli». Vale dunque la pena di fare una battaglia per l’italianità. I nostri settori strategici saranno la difesa, l’energia, l’alimentare, telecomunicazioni. L’annuncio di Tremonti arriva proprio mentre Lactalis cerca di tranquillizzare chi, come Umberto Bossi, è assolutamente contrario alla «francesizzazione» di Parmalat. L’azienda «è nata e cresciuta in Italia - dice Antonio Sala, deputy general manager di Lactalis - e si svilupperà ancora dall’Italia: ogni ipotesi di delocalizzazione è priva di fondamento». Così come la cassa del gruppo sarà usata per il suo sviluppo.
Se il decreto anti-scalata riguarda l’immediato, Tremonti si sofferma anche sulle prospettive dell’economia italiana, in particolare dopo la moratoria sulle centrali nucleari. «Se avessimo il nucleare - osserva - il nostro tasso di crescita sarebbe molto più elevato». Bisogna poi considerare che in Europa, oggi, ci sono 150 centrali più quelle della Svizzera. La vicenda della centrale giapponese di Fukushima, e le sue ripercussioni in tutta Europa, non possono tuttavia essere analizzate con superficialità. «Mi fa pensare molto - dice Tremonti - perché si tratta di un pezzo dell’economia che può cambiare secondo valutazioni scientifiche, ma anche secondo il sentimento, la paura e la preoccupazione della gente». «No» deciso, inoltre, del ministro all’ipotesi di aumento delle tasse. Riferendosi alla patrimoniale «sui ricchi» rilanciata ancora una volta dalla Cgil, Tremonti replica: «Se si vuole aumentare le tasse, occorre aumentarle a chi evade e non a chi paga, ha i Bot in banca o una casa, magari ereditata». Nessun nuovo prelievo, quindi, ma minori spese e «centralità» della lotta all’evasione che negli ultimi tempi ha riscosso «risultati grandissimi e inattesi».

Infine, un’occhiata alla governance economica globale dove «il G20, che rappresenta l’80% della ricchezza mondiale, non basta più».

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