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Tremonti, "stretta" legata a Francia e Germania

Se Bonn e Parigi decideranno di accelerare i piani di risanamento all'Italia non resterà che adeguarsi. E non volendo toccare le tasse si taglieranno le spese statali. Possibili interventi su pensioni, sanità e pubblica amministrazione

Tremonti, "stretta" legata a Francia e Germania

Roma - Dipenderà dall’Europa l’entità della manovra economica che sarà varata in giugno dal governo. I due punti percentuali di Pil (circa 27 miliardi e mezzo) per il 2011-2012 bastano per gli impegni europei presi prima del caso Grecia. I governi di Atene, Madrid e Lisbona hanno già varato misure straordinarie, a causa della loro situazione traballante. Questo non è il caso del nostro Paese. Ma se Francia e Germania dovessero accelerare i piani di risanamento economico, all’Italia non resterebbe che adeguarsi. Questo scenario fa capire quanto siano premature le anticipazioni sui contenuti della manovra economica. E quanto siano speciose le polemiche politiche, innescate dai leader del centrosinistra, Bersani e Di Pietro, su presunti «rischi Grecia» per il nostro Paese. È comunque chiaro che, non potendo intervenire sul fronte fiscale, Giulio Tremonti si dovrà concentrare sui tagli alla spesa pubblica. E i centri di spesa sono sempre gli stessi: pensioni, sanità, pubblica amministrazione.

Invalidità nel mirino Nessuno può «tagliare» le pensioni. Si può invece rinviare il pensionamento dei dipendenti pubblici e privati. Dunque, è probabile la riduzione delle «finestre» di uscita anticipata dal lavoro. Due finestre anziché quattro, con conseguente rinvio delle liquidazioni; e ancora, contributo di solidarietà sulle cosiddette «pensioni d’oro», come è già stato fatto nel 2004 e nel 2007. Ma è soprattutto l’invalidità a essere nel mirino. Lo Stato spende 16,5 miliardi per le pensioni di invalidità nel 2010. Un’indagine dell’Inps nei primi tre mesi dell’anno ha riscontrato, su 200mila verifiche, un 11% circa di falsi invalidi. Insomma, con controlli a tappeto si potrebbero risparmiare un paio di miliardi di euro.

Stipendi pubblici Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta assicura che gli stipendi pubblici non saranno tagliati. «Non siamo la Grecia», dice. Ha ragione, ma è probabile che il governo decida di congelare la prossima tornata di aumenti salariali. Questa misura non comporta risparmi, in quanto i prossimi aumenti non sono già finanziati in bilancio, ma evita incrementi di spesa. Lo stesso vale per l’eventuale blocco degli ammortizzatori sociali in deroga. È possibile che vengano tagliate le retribuzioni dei politici e degli alti dirigenti dello Stato, anche se si tratta di una misura non risolutiva. I magistrati, i cui stipendi sono agganciati a quelli dei politici, non ci stanno: «Non siamo ricchi», protesta Magistratura indipendente.

Sanità, risparmi obbligati Le Regioni dovranno fare la loro parte, risparmiando sulla spesa sanitaria. Il «patto per la salute» siglato da governo e Regioni il 3 dicembre scorso prevede trasferimenti statali per 104 miliardi quest’anno, 107 miliardi nel 2011, e un incremento del 2,8% nel 2012. Si tratta di cifre che potrebbero subire una «limatina» nel biennio 2011-2012.

Per le missioni 600 milioni Oltre ai tagli, il governo deve pensare a come finanziare spese straordinarie come le missioni all’estero dei nostri militari, la spesa complessiva per le missioni è di 1 miliardo e 300 milioni (600 milioni per il solo Afghanistan).

L’ipotesi è quella di un finanziamento per sei mesi, cioè sino alla fine del 2010.

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