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La Tris rimescola le carte ma le incognite sono tante

Nel tentativo di migliorare gli indispensabili introiti per l'ippica, si è giustamente pensato di ritornare al vecchio sistema dei cosiddetti «inviti» per le corse Tris. Si è detto, allora, di fare meno Tris ma più qualitative, smettendola con il perverso e deleterio sistema dei sorteggi e scegliendo cavalli migliori, per dare vita a corse più aperte per mettere fine allo scempio di ordini d’arrivo scontatissimi e di conseguenti quote irrisorie che non fanno altro che allontanare gli «aficionados» dalla nostra scommessa portante. Purtroppo va sottolineato che ci sono cavalli troppo «volanti» che, tra una corsa e l'altra, possono migliorare i record di tre o quattro secondi aiutati, come molti pensano, da prodotti chimici sempre nuovi e sempre più potenti. All'Unire si è pensato di accrescere i controlli sanitari sul fenomeno, ideando norme più restrittive circa la frequentazione di persone nella zona ippica, dove sono concentrati i cavalli che partecipano alla Tris, ed erogando pene più severe con allontanamenti, per lungo tempo, dei cavalli trovati positivi dopo la gara. E qui torna in ballo il problema del controllo pre-corsa, quando il misfatto non è stato portato a termine e possono ancora essere evitati i danni della truffa agli scommettitori, con il connesso disamore per le corse. Si è parlato più volte, su queste colonne, del controllo anti-doping prima della corsa, così come avviene negli Stati Uniti, ma tutti sembrano fare orecchie da mercante. Eppure, i costi per un intelligente controllo preliminare risulterebbero minori di quelli che si sta pensando di stabilire per le nuove Tris, che prevedono un maggior numero di personale ed impianti televisivi di controllo della zona di sosta e di attesa dei cavalli.
Se è vero che i prodotti usati per il dopaggio variano e divengono sempre più potenti, è altrettanto vero che gli apparati di rapido controllo divengono sempre più affinati e rimpiccioliti, per cui sarebbe ora che l’ippica si dotasse di laboratori mobili. Oramai ad ogni ippodromo è stato imposto l'impianto di un adeguato locale per il controllo del doping e, presso tale locale, si possono eventualmente sistemare le apparecchiature necessarie al più rapido esame, in appoggio all'apparato mobile. Nel caso di dubbi sull'esito dell'esame, dovrebbe intervenire il presidente di giuria, già presente nell'ippodromo, che esclude il cavallo «indiziato» dalla gara. I cavalli arrivano all’ippodromo per la corsa Tris con varie ore di anticipo, le quali potrebbero essere anche aumentate, così da scaglionare nel tempo il primario esame. Basterà controllare rigidamente che nessuno più si avvicini ai cavalli dopo l'ingresso di questi nei box di attesa, proprio come avviene negli Stati Uniti. In base all'esito dell'esperimento sulle Tris, ne sarebbe facile l'estensione agli altri tipi di corse.
Sta orchestrando il nuovo corso della Tris il consulente Unire Maurizio Mattii, tecnico di provati meriti. A proposito, il Mattii per questo incarico di rilancio della Tris - che per il momento sta dando risultati non esaltanti, anche se è presto per fare un bilancio - ha spuntato un contratto di 9mila e 500 euro al mese.

Speriamo che l’impresa valga la spesa. Ma a proposito di spesa, l’investimento più appropriato per rilanciare la Tris, a nostro avviso, sarebbe quello di trasmettere la corsa su un primario network televisivo che raggiunga in chiaro tutta la penisola: che formidabile spot sarebbe per il nostro sport!

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