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Troppi detenuti nigeriani? "Prigione a casa loro"

La Gran Bretagna contribuirà con un milione di sterline alla costruzione di una prigione in Nigeria dove potrà trasferire circa 400 criminali nigeriani attualmente detenuti nelle sue carceri. Ogni tentativo di deportarli finora è infatti fallito

Troppi detenuti nigeriani? "Prigione a casa loro"

Londra - La Gran Bretagna contribuirà con un milione di sterline alla costruzione di una prigione in Nigeria dove potrà trasferire circa 400 criminali nigeriani attualmente detenuti nelle sue carceri. Ogni tentativo di deportarli finora è infatti fallito perché le condizioni nei penitenziari del Paese africano sono talmente cattive che se il Regno Unito li rimpatriasse violerebbe le leggi sui diritti umani.

Il programma del governo inglese Il governo britannico spera che, finanziando la costruzione o il rinnovamento di un penitenziario nigeriano, i detenuti potranno essere restituiti al Paese d’origine e scontarvi il resto della loro pena. Secondo le organizzazioni per i diritti umani, i prigionieri dei penitenziari nigeriani vivono in condizioni terribili - le carceri, riporta Amnesty International, sono sovraffollate e più della metà dei detenuti attende per anni di essere processato - che non permettono quindi ad alcun paese democratico e sviluppato di rimpatriarvi un prigioniero. Secondo Lin Homer, direttrice della UK Border Agency, l’ente britannico per l’immigrazione ed il controllo dei confini, contribuire alla costruzione o al miglioramento di una prigione nigeriana si rivelerebbe la soluzione più conveniente per la Gran Bretagna, che ogni anno spende circa 30mila sterline per tenere ciascuno di questi detenuti nelle proprie prigioni.

I contatti con la Nigeria "Ci stiamo consultando con la Nigeria per aiutare il Paese a migliorare le condizioni nelle sue prigioni. Si tratta di aiutarli a creare una struttura in grado di far fronte in maniera adeguata ai detenuti. Sarebbero soldi ben spesi", ha dichiarato la Homer in un suo intervento dinanzi ad alcuni parlamentari. Se la Nigeria deciderà di accettare il contributo britannico dovrà acconsentire in cambio a modificare le proprie leggi affinchè i detenuti possano essere rimpatriati senza il loro consenso. Una soluzione simile era già stata proposta in relazione ai prigionieri di nazionalità giamaicana, ma non era poi stata realizzata.

La portata del problema È dal 2005 infatti - quando il numero di detenuti stranieri presenti nelle carceri del Regno è arrivato a 11.000, oltre un ottavo dell’intera popolazione penitenziaria - che il governo sta cercando di risolvere il problema dei troppi prigionieri stranieri, in alcuni casi offrendo soldi ai carcerati affinchè acconsentissero volontariamente al loro rimpatrio.

La soluzione proposta dalla Homer ha sollevato tuttavia una bufera di polemiche. "Ciò non deve significare che a lungo termine si finisca col costruire prigioni in tutto il mondo anzichè risolvere i nostri problemi con le procedure relative alla deportazione", ha detto il conservatore Damian Green, sottosegretario per l’immigrazione del governo ombra

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