Cronache

Troppi parti cesarei in Italia Il ministro manda i Nas

Il 38% dei bambini non nasce da parto naturale. Ora il Ministero della Salute corre ai ripari e invia controlli a campione negli ospedali

Troppi parti cesarei in Italia Il ministro manda i Nas

Già da qualche mese in Gran Bretagna diversi ospedali stanno vietando il parto cesareo quando non necessario per abbassare i costi. Il tema è arrivato anche in Italia, dove si stima che a ricorrere al parto chirurgico anche quando ci sarebbero tutte le condizioni per un parto naturale è il 38,2% delle donne contro la media del 15% stabilito dall'Oms.

Così il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha chiesto ai carabinieri dei Nas dei controlli a campione nelle strutture pubbliche e private con l’obiettivo di accertare un eventuale utilizzo "non appropriato" del cesareo in corsia. L'iniziativa è stata apprezzata dal  presidente della Commissione d’inchiesta sul Ssn, Ignazio Marino, che commenta: "Da tempo la Commissione d’inchiesta che presiedo denuncia un abuso del ricorso al parto cesareo in Italia".

I dati diffusi dal Ministero parlano da soli: tra il 2008 e il 2010 la percentuale di cesarei è rimasta stabile intorno al 38%. All'intervento del chirurgo ricorrono soprattutto le donne campane (61,6%) e siciliane (52,8%). In particolare il divario tra le regioni (percentuali superiori al 40% si registrano in tutto il Centro Sud) è stato definito come un aspetto "assolutamente intollerabile" dal ministro: "Si passa dal 23% del Friuli al 62% della Campania. E senza che un maggiore ricorso al cesareo porti a un miglioramento degli esiti clinici".

Il ricorso al cesareo, però, non è sempre voluto dalle donne. Basti pensare che all'ospedale viene pagato come un intervento chirurgico e quindi molto più di un parto naturale. Inoltre, quasi la metà dei punti nascita effettuano meno di 500 parti all’anno, il che implica una minore sicurezza e una maggiore propensione al cesareo da parte dei medici. Inoltre sono poche le strutture che permettono gratuitamente di essere sottoposti alla epidurale, richiesta da chi ha paura del dolore del parto.

Eppure, stando alle nuove linee guida dell’Istituto superiore di sanità, pubblicate lo scorso gennaio, sono solo tre le situazioni in cui bisogna ricorrere al parto cesareo: quando il feto è in posizione podalica (situazione che si registra nell’8% dei casi come media nazionale, ma con punte che arriverebbero al 21% in Campania e 10% in Sicilia), quando la placenta copre il passaggio del feto nel canale del parto e se la madre è diabetica e il feto pesa più di 4,5 kg.

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