Cronache

Trovati altri 2 morti al Giglio, uno è italiano La guardia costiera: "Mai partito il mayday"

Affonda la Costa Concordia e diventa una trappola in fondo al mare. Ci sono 5 morti. Recuperati i corpi di due anziani: uno spagnolo e un italiano, sardo di 86 anni. Ma dove sono i 17 dispersi? Recuperate vivi due coreani e un commissario di bordo. Poi un'altra buona notizia: due turisti giapponesi sono a Roma. Niente da fare per due anziani, un italiano e uno spagnolo trovati morti all'interno del relitto. Ombre sui soccorsi: allarme in ritardo e operai impreparati. Arrestato il capitano sciagurato. Dopo lo schianto contro gli scogli, ha abbandonato i passeggeri. Dopo la mezzanotte era già sceso dalla nave. I militari gli hanno intimato: "Risalga subito e presti soccorso". Lui si difende: "Quello scoglio non c'era".  L'esperto: "Nessun dubbio: si tratta di errore umano". L'Aduc: "I rimborsi possono essere chiesti solo entro 10 giorni" VIDEO: La nave ormai affondata - Le prime immagini - Il battesimo sfortunato - L'incidente del 2008 FOTO : L'imbarcazione - I soccorsi - Il panico a bordo durante l'evacuazione. SUB Le fotografie dei sommozzatori delle Fiamme Gialle. La notizia sui principali media: i siti stranieri. Cent'anni fa la tragedia-simbolo del Titanic: ecco le fotografie dell'archivio storico. GIUSTIZIA Una coppia di francesi sopravvissuti ha già fatto causa alla compagnia

Trovati altri 2 morti al Giglio, uno è italiano La guardia costiera: "Mai partito il mayday"

"Capitano risalga sulla nave". Mentre si stava consumando il dramma, il personale della guardia costiera invitò più volte il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino a risalire a bordo. Non solo. Secondo le prime ricostruzioni della Guardia costiera, non sarebbe mai partito un formale mayday dalla Concordia. L’equipaggio e la sala operativa avrebbero parlato diversi minuti prima che a terra si sapesse per la prima volta che la nave stava imbarcando acqua. Adesso, però, è troppo tardi e non resta che contare - senza sosta - i superstiti col bilancio delle vittime che è salito a cinque perché gli speleologi, che stanno ispezionando una ad una le 1500 cabine della nave, hanno trovato i cadaveri di due anziani: uno spagnolo (Gual Guillermo nato nel 1943) e uno italiano.

Il nostro connazionale è Giovanni Masia. È sardo, di Portoscuso, avrebbe compiuto 86 anni quest’anno. Il pensionato era stato dato per disperso dal figlio Claudio, 49 anni, rimasto in Toscana per cercarlo. Scampato al naufragio, Claudio era riuscito a mettere sulle scialuppe la moglie, i figli di 8 e 13 anni e la mamma, Giuseppina Puddu, di 83. Quando era tornato a prendere il padre, purtroppo non c’era più.(nato nel 1926) e lo spagnolo ), imprigionati nella parte sommersa del relitto.

Mentre si stanno impiegando tutte le forze per ritrovare le ultime 17 persone che mancano all'appello, continuano di pari passo le indagini sulle cause che hanno portato alla tragedia. La "scatola nera", recuperata ieri sera sta dando le prime informazioni. Pare che la Concordia viaggiasse a soli 150 metri dalla riva. Non solo. Quando i militari convogliati all’isola del Giglio dalla Capitaneria di porto di Livorno hanno individuato il capitano giù dalla nave (intorno a mezzanotte e mezza), gli hanno ricordato le proprie responsabilità e la gravità del suo comportamento in qualità di comandante, invitandolo a risalire a bordo per coordinare le procedure di evacuazione, come prevede la legge. Schettino, sempre secondo quanto appreso, avrebbe assicurato che sarebbe risalito a bordo della Concordia, ma questo non è mai avvenuto. E ancora: dalla Costa Concordia è stato chiesto a una motovedetta delle Fiamme Gialle di agganciare il colosso del mare e trainarlo. "Ma era come chiedere a una formica di spostare un elefante", spiega un finanziere. Anche in questo frangente dalla nave avrebbero riferito un "guasto tecnico".

All'appello ieri sera mancavano 41 persone, ma il numero è già sceso a 15. Nella notte è stata trovata una coppia di sposini coreani. Entrambi vivi, erano bloccati nella loro cabina che per una fortunata fatalità non era stata invasa dall'acqua. Questa mattina un'altra buona notizia: due turisti giapponesi, non conteggiati ieri, si sono presentati a Roma dalle forze dell'ordine. Restano da trovare 11 membri dell'equipaggio e 4 passeggeri.

I vigili del fuoco lottano contro il tempo, contro l'aria che si fa via via più rarefatta e mette a rischio la vita degli eventuali superstiti ancora intrappolati nella nave. Nella notte, rumori e voci risuonavano dal relitto. E così dopo i due coreani è stata salvata anche una terza persona, il commissario capo di bordo italiano Manrico Giampedroni, rimasto intrappolato sul ponte 3. Il lavoro dei pompieri è stato difficile, perché era possibile raggiungerlo solo da locali già allagati. L'uomo, a mollo da più di 36 ore, è in buone condizioni, anche se è ferito ad una gamba.

"La priorità adesso è salvare le vite umane", sottolinea il responsabile del progetto anti-inquinamento marino del ministero dell’Ambiente (Castalia), Lorenzo Barone. Subito dopo si potrà pensare all'altra grande preoccupazione: il combustibile della nave che potrebbe sversarsi in mare.

In ogni caso, spiega Barone, "abbiamo le navi del ministero dell’ Ambiente pronte a intervenire qualora si dovesse verificare qualcosa" e "a garantire la tutela ambientale".

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