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Truppe in Afghanistan: in arrivo 7mila uomini dai paesi della Nato

Gli alleati hanno offerto nuove truppe per settemila uomini e altre se ne aggiungeranno "nei prossimi mesi", lo ha annuciato il segretario della Nato Rasmussen. La Casa Bianca: "Contributo massiccio". Frattini: "Il nostro impegno tra i più consistenti"

Truppe in Afghanistan: 
in arrivo 7mila uomini 
dai paesi della Nato

Bruxelles - Alla riunione dei ministri degli Esteri della Nato e Paesi dell’Isaf sono arrivate offerte di nuove truppe per l’Afghanistan da 25 Paesi per un totale di 7 mila uomini, e altre se ne aggiungeranno "nelle prossime settimane e mesi". Lo ha annunciato il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Anders Fogh Rasmussen, al termine del Consiglio atlantico in formato Isaf a Bruxelles. Insieme ai rinforzi promessi dagli Usa, il totale del "surge" supererà i 37mila soldati nel 2010. E intanto dall’Afghanistan è arrivata la notizia di un’imponente offensiva della Nato nel nord della provincia meridionale di Helmand. All’azione, pianificata da tempo, prendono parte 900 militari americani e britannici e 150 soldati afghani. A Bruxelles i ministri degli Esteri dei 28 membri Nato e degli altri 16 Paesi dell’Isaf hanno concordato sulla necessità di una roadmap che punti anche sulla dimensione civile e degli aiuti. È stato anche lanciato un forte appello al governo Karzai affinchè faccia la sua parte perchè, come ha osservato Rasmussen, non è possibile stabilizzare il Paese se non si combatte la corruzione e non si governa bene. Nel suo intervento, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha spiegato che l’Italia arriverà a schierare quasi 4mila soldati in Afghanistan. Agli oltre 2700 uomini già presenti a Kabul e nella regione di Herat, ha spiegato il titolare della Farnesina, si aggiungeranno i mille rinforzi più 200 carabinieri per l’addestramento della polizia afghana. Del contributo italiano Frattini ha anche parlato in un incontro bilaterale con il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton.

Clinton: "Non si vince solo con i proiettili" L’incontro si è svolto dopo il Consiglio Nato-Russia, il primo dopo l’interruzioni dei rapporti diplomatici seguita alla guerra del Caucaso. Giovedì mattina Frattini, insieme al ministro della Difesa Ignazio La Russa, riferirà in Parlamento sulla decisione dell’invio di altri 1000 soldati. Tra gli altri contributi, oltre ai 500 uomini in più offerti dalla Gran Bretagna, la Polonia ha promesso un contributo aggiuntivo di 600 soldati più altri 400 in stand by per le prossime elezioni amministrative. La Germania ha confermato che non aumenterà i suoi 4.500 uomini e la Francia, con il ministro degli Esteri, Bernard Kouchner, ha lasciato la porta aperta a "un aggiustamento" nella sua regione di competenza ma solo dopo la Conferenza di Londra del 28 gennaio. Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha avvertito che in Afghanistan "non si vince solo con i proiettili" e per questo ha annunciato che, oltre a portare a 100mila il numero dei soldati, gli Usa aumenteranno di un terzo le risorse civili. La Clinton ha ringraziato Italia, Polonia e Gran Bretagna per l’impegno a inviare altre truppe, "fondamentali per cambiare la dinamica" del conflitto.

Casa Bianca: "Contributo massiccio"
Non si è fatto attendere l’apprezzamento della Casa Bianca alla notizia che la Nato si appresta a mandare in Afghanistan altri 7 mila soldati in sostegno della nuova strategia americana. "Sette mila uomini sono un contributo massiccio", ha detto il portavoce del governo statunitense, Robert Gibbs, commentando l’esito dell’incontro di Bruxelles. La Casa Bianca ha lavorato per mesi a costruire il massimo consenso possibile attorno al nuovo piano militare che prevede l’invio di altri 30 mila soldati americani a partire dall’inizio del 2010. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha annunciato questa mattina che almeno 25 Paesi hanno aderito alla richiesta di mandare altre truppe a Kabul il prossimo anno.

Frattini: "L'impegno italiano tra i più consistenti"
"L’impegno italiano in Afghanistan è tra i più consistenti dopo quello Usa". Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, incontrando i giornalisti al termine della ministeriale Nato in corso a Bruxelles. "Con questa decisione - ha spiegato Frattini - l’Italia mostra il grande senso di responsabilità e solidarietà che ci lega alla Alleanza atlantica nonchè l’impegno che ci lega al popolo afghano". Frattini ricordando che "siamo tra i primi contributor", ha quindi ribadito che ora è necessario mettere a punto l’impegno per la ricostruzione del Paese anche in vista della "conferenza di Londra del prossimo gennaio dove si devono adottare decisioni concrete e non ripetere concetti". Il ministro è tornato poi a soffermarsi sulla tempistica del disimpegno dall’Afghanistan ribadendo che la fase di transizione non è "a tempo indeterminato" e la data del 2013 "può essere intesa come termine conclusivo. Lavoriamo insieme per poter rispettare questo obiettivo", ha aggiunto sottolineando che è "impossibile un disimpegno individuale: "in together, out together", ha rilanciato Frattini riprendendo anche una frase della Clinton.

Il titolare della Farnesina ha quindi aggiunto che l’Italia pensa di "raddoppiare" i fondi del Trust fund per l’Afghanistan, attraverso la Banca Mondiale.

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