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Turista olandese resiste diciotto giorni in un burrone: salvata in extremis

Era scesa per una passeggiata lungo le rive di un fiume andaluso che scorre all'interno di una specie di canyon. E' sopravvissuta bevendo l'acqua del fiume e cibandosi di qualche (rara) radice commestibile. Il suo recupero, effettuato dalla Guardia Civil è stato reso difficile dalla zona impervia e dalla debolezza della donna

Ha mangiato bacche, qualche radice, bevuto l'acqua di fiume. Una turista olandese ha vissuto una vacanza del tutto diversa del «solito», un'inattesa e involontaria «camel adventure», rimanendo per ben diciotto giorni in un burrone nei pressi della località spagnola di Nerja, nell'Andalusia. Oggi è stata avvistata e tratta in salvo da una squadra speciale della polizia, quindi trasportata in ospedale. Ma le sue condizioni pare che non destino alcuna preoccupazione.
La 48enne Mary-Anne Goossens, oltre due settimane fa, si era concessa una lunga passeggiata nei pressi di un fiume che scorre all'interno di una specie di canyon. Sorpresa dal calar della notte, ha totalmente perduto l'orientamento e non è più riuscita a trovare il sentiero che le aveva consentito di giungere fino alle rive. Senza corda, di lì, la risalita era impossibile: così è rimasta sul fondo del burrone, soffrendo il freddo, la fame e la sete per ben diciotto giorni.
Dopo i primi momenti di panico, la turista s'è fatta coraggio: ha cominciato a bere l'acqua del fiume, cercando di attingerla là dove sembrava più limpida. Quindi ha cominciato a cercare qualche cosa di commestibile, piombata improvvisamente ai primordi dell'umanità. Poca roba: qualche radice, qualche foglia, rare bacche.
Fortunatamente la donna è stata avvistata da tre escursionisti, che hanno subito dato l'allarme e avvertito la polizia.

Le operazioni di salvataggio sono state definite «difficili» dalla Guardia Civil a causa della zona impervia - priva di copertura di rete cellulare - e delle condizioni di debolezza della donna, che tuttavia non ha riportato alcuna lesione grave.

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