Cronaca locale

Tutti i segreti del Natale meneghino

Alla Biblioteca Sormani un’esposizione dedicata a usi e costumi della festa nella tradizione milanese. Dal panettone alla beneficenza, una carrellata di immagini, oggetti e disegni tra fine ’800 e gli anni ’60

Dino Buzzati, in un celebre racconto del 1954, lo aveva definito «strano fenomeno». Il Natale, s’intende. Osservando come nemmeno i cristiani di tiepida fede, i dubbiosi o i miscredenti potessero restare indifferenti alle mille luci delle strade, agli addobbi degli abeti, alle feste e ai festoni, al formicolio della gente che si accalca nei negozi e si carica di pacchi e panettoni. Uno strano fenomeno che oggi la Biblioteca Sormani ha voluto ripercorrere, regalando alla città due piccole quando accurate mostre documentarie, curate dal critico d’arte Luigi Sansone, dedicate ai simboli e alle usanze delle feste natalizie (dal lunedì al sabato fino al 29 dicembre, corso di Porta Vittoria 6, ingresso libero, info: 02.88463372). La prima, Christmas tree, è costruita attorno alla tradizione letterario-iconografica dell’albero di Natale, simbolo di vita e di abbondanza per le culture soprattutto nordiche, ancor prima della nascita del Cristianesimo. Una straordinaria collezione storica di spille americane, create tra il Dopoguerra e gli anni Settanta, conduce alla scoperta di romanzi e racconti della letteratura italiana e straniera sull’abete, esposti in bacheca accanto a raffinati biglietti augurali tedeschi del'800, cartoline americane e russe di inizio '900, edicole con presepi di carta colorata, simboli natalizi e un centinaio di fantasiosi bijoux di tutti i colori, forme e dimensioni che colpiscono per l’estro e la creatività delle composizioni.
Altrettanto curiosa e particolare è la seconda mostra, Milano a Natale, dedicata a usi e costumi della festa meneghina. Qui il percorso espositivo, pur mantenendo un taglio storico-popolare, si arricchisce di riferimenti colti, immagini d’epoca, disegni d’autore e documenti inediti. Si va dalla Milano ricca e produttiva che ha inventato il panettone, con ricettari, antichi menu di gala, disegni e manifesti originali per la campagna pubblicitaria dell’azienda Motta (tra cui spiccano la famosa immagine di Severo Pozzati, in arte Sepo, il bozzetto originale di Erberto Carboni e i dodici disegni inediti di Fulvio Bianconi che ricostruiscono le fasi di impasto, lievitazione e imballaggio del panettone) alla Milano dell’arte e dell’architettura di Lucio Fontana, Gio Ponti e Gillo Dorfles, autori, tra gli anni ’40 e ’60 di particolarissimi biglietti augurali con dediche autografe, stelle comete, figure astratte, segni a matita e pennellate in stile decò; fino alla Milan col ceur in man, sobria e generosa, che fa beneficenza persino la notte della Vigilia, come svela il volantino della Società di Patronato degli Spazzacamini, fondata nel 1869, con vicepresidente Ulrico Hoepli, per fornire alla categoria generi di prima necessità e il diritto all’istruzione elementare. Accanto ai grandi marchi dolciari, da Alemagna a Campari, sfilano le immagini delle antiche pasticcerie, dei centri commerciali, delle gastronomie di Otto e Novecento: Cova, Biffi, Marchesi, Peck, Sant'Ambroeus, Savini, Taveggia, La Rinascente. Fino alla confetteria Giuseppe Baj, oggi scomparsa, che vantava tra i suoi clienti un golosissimo Filippo Tommaso Marinetti, che qui acquistava il panettone per poi spedirlo in giro per il mondo insieme alla sua rivista Poesia.

In mostra anche i vivaci calendari benauguranti del pittore Gianfilippo Usellini, con simboli portafortuna (cornetti, quadrifogli, ferri di cavallo) o ispirati a eventi salienti dell’anno appena trascorso, i documenti dell’Archivio Storico Dino Villani, e poi stampe e immagini di giornali, come il disegno de Il Secolo illustrato della domenica del 21 dicembre 1890, raffigurante un festoso banchetto di una famiglia borghese e intitolato, con un pizzico di invidia, Il Natale dei felici.

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