Tutti i vantaggi della riforma proporzionale

Geronimo

La scelta del proporzionale è una scelta giusta che può far voltare pagina ad un sistema politico che sta rischiando di implodere e di mandare in pezzi il paese. I guasti del sistema maggioritario li abbiamo già descritti qualche giorno fa ed è inutile ripeterci. Guardiamo più da vicino i vantaggi del sistema proporzionale. Il disegno di legge presentato dalla maggioranza non è l’ideale perché è privo delle preferenze e perché applica un premio di maggioranza alla coalizione che vince con qualunque percentuale, fosse anche del 35% in caso di più coalizioni. La famosa legge truffa del ’53 dava sì, un premio di maggioranza, ma a chi raggiungeva il 50,1% dei consensi elettorali. Altri tempi, altra politica. Pur non essendo, dunque, questa legge la più funzionale per un paese come il nostro che ha almeno sei opzioni politiche vere radicate profondamente nella coscienza degli italiani, la nuova legge, dicevamo, è un voltar pagina perché innesca un processo virtuoso nel nostro sistema politico. E ne spieghiamo il perché.
Innanzitutto non ci possono essere sorprese democratiche. Chi prende più voti vince e governa, aiutato, peraltro, da un premio di maggioranza. Per questo motivo non comprendiamo l’ostilità preconcetta del centrosinistra che esce da due elezioni, quella regionale e quella provinciale, in cui ha preso sempre più voti del centrodestra. Che paura può avere, allora, di un sistema elettorale come quello proporzionale che premia proprio quelli che hanno più voti? È possibile che con questa nuova legge la sua eventuale vittoria sul centrodestra non abbia una straripante maggioranza nelle due Camere perché verrebbe privata di quell’effetto distorsivo del sistema maggioritario. Tutto ciò, però, non è a discapito della governabilità perché la maggioranza parlamentare per chi vince sarebbe solida mentre è un vantaggio certo per la democrazia e per la effettiva rappresentatività politica del paese. Secondo vantaggio. I partiti maggiori non sarebbero più ricattati dai partiti minori che fanno della loro utilità marginale nei sistemi uninominali maggioritari un’arma letale per la democrazia. Ma anche per i partiti minori vi sarebbero vantaggi. Essi verrebbero sottratti al ricatto, uguale e contrario, che fanno loro i partiti maggiori e potranno essere sereni perché nessuno gli potrà sottrarre un solo seggio o un solo voto se non per quel tanto del premio di maggioranza ove si trovassero nella coalizione che perde.
C’è, infine, un vantaggio per il Paese perchè un sistema proporzionale aiuterebbe i partiti minori a ricercare i motivi che li possono unire tra loro o con partiti più grandi, perché privi, ormai, di quella perversa utilità marginale che era la vera distorsione nel sistema dei collegi uninominali maggioritari. In questo processo di ricomposizione di partiti con uguali radici, riemergerebbero anche quelle identità perdute la cui rimozione è la vera causa del declino politico del Paese.
A questa legge mancano ancora le preferenze che costituiscono la libertà dell’elettore di scegliersi l’eletto. Questa libertà continuerebbe a non esserci anche con una legge proporzionale se non ci fossero le preferenze.
Per concludere compiutamente il nostro ragionamento, dobbiamo anche dire che non ci piace affatto che in una democrazia parlamentare vi siano coalizioni con annesso candidato premier, violando così la Costituzione, le prerogative del capo dello Stato e quella regola democratica non scritta secondo la quale il candidato alla carica di primo ministro è il leader del partito di maggioranza relativa. Chi ha voglia di far eleggere, invece, il capo dell’esecutivo direttamente dal popolo, abbia il coraggio di chiedere ed ottenere un sistema di governo presidenziale con tutti i pesi e i contrappesi che quel tipo dì governo richiede in una democrazia matura ma non trasformi surrettiziamente la nostra Costituzione. Infine una parola di sgomento per l'onorevole Marco Follini. Sono quasi due anni che chiede a governo e maggioranza cose incomprensibili e quando finalmente chiede una cosa giusta e precisa, come la nuova legge elettorale proporzionale, non appena la ottiene vi rinuncia stando alle sue ultime dichiarazioni.

La politica è l’arte del possibile, ma non certamente un ermetismo flaccido e inconcludente.

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