Stile

«Tutti la imitano Perché piace Postina»

In pochi anni è diventata una borsa da collezionare. Pronti a conquistare il Giappone

Lucia Serlenga

Niente è più reale del niente, sosteneva Samuel Beckett. E dalla realtà del nulla è partito Franco Zanellato, fondatore e direttore creativo dell'omonima azienda, per progettare la sua prima borsa ispirata alla tracolla di un portalettere e divenuta un'icon bag. Espressione di un design particolare e di una manifattura straordinaria realizzata nell'atelier di Vicenza, Postina - questo il nome - racconta l'italianità come eccellenza nella fattura, nella qualità delle materie e nella cura dei dettagli. Come fanno tutte le altre collezioni Zanellato che negli anni nascono con un solo destino: essere valori da tramandare. Nello storytelling di Postina, però, non si può non annoverare il suo essere una delle borse più copiate degli ultimi anni e la rivendicazione da parte del suo creatore di un'indiscutibile paternità. E quindi di un'originalità che si basa sul processo creativo partito dalla forma - linee sinuose, assenza di spigoli - e approdato alla materia. Un argomento che il designer padroneggia grazie al suo bagaglio nello studio dei pellami, delle conce e delle tinture. Ecco cosa c'è di nuovo nei progetti di Franco Zanellato.

La sua grande battaglia?

«Tutelare il design della mia borsa Postina nata il 21 giugno 2011. Sono partito dal nulla, ho depositato un modello studiando le infinite varianti di pellami in cui realizzarlo. Postina è la mia creazione, le altre chiamate così sono imitazioni.

Intanto crescono le collezioniste...

«Stiamo studiando un progetto per le clienti collezioniste. La prima è una signora francese che accanto alle sue numerose Birkin e Bagonghi possiede oltre una ventina di borse Zanellato. La borsa non è più un accessorio: decreta l'attitudine allo stile».

Le borse iconiche Zanellato?

«Postina è regina di gradimento. Poi c'è la sorella chantosa, il modello Nina cui segue Duo, di temperamento contemporaneo».

La must have dell'estate?

«La Duo giallo kodak in vitello seta, un'autentica campionessa di duttilità: si usa in molte circostanze, si restringe con i lacci e diventa più elegante, si può appiattire e mettere in valigia».

Zanellato in cifre?

«Il 2017 è stato importante per costruire le fondamenta degli ambiziosi programmi 2018. Abbiamo prodotto 60 mila pezzi con un fatturato di 11,5 milioni di euro e una crescita del +4% sul 2016. L'export ha raggiunto il 40 per cento»

Come avete selezionato la clientela?

«Abbiamo annullato ordini con azioni di forza coraggiose, ampliato gli spazi produttivi di Vicenza, fondato l'Accademia Zanellato affidando a un maestro artigiano la preparazione di giovani da inserire in azienda come nel management».

Sul fronte digital?

«Incrementeremo questo canale che oggi rappresenta il 5 per cento delle vendite».

Nuova location anche a Milano.

«A metà maggio trasferiremo i nostri uffici commerciali nella nuova shoowrom di via Stendhal 35, nell'elegante building della Giovannoni Design.

Obiettivi 2018?

Internazionalizzare il brand. Siamo già ben posizionati in Giappone, chiave di accesso verso l'Asia. Apriremo a Tokyo il 30 marzo la prima boutique monomarca all'interno del mall di Midtown. Registriamo ottimi risultati anche in Russia, un mercato molto sensibile al made in Italy.

Per questo inaugureremo il 15 giugno a Mosca la nostra boutique all'interno del department store GUM sulla mitica Piazza Rossa».

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