Roma

Tutto su Godard, genio e follia

Tra le pellicole in programma anche «Passion» e «Pierrot le fou» con Belmondo

Correvano gli anni Settanta quando Jean-Luc Godard fumava una sigaretta dopo l’altra al Filmstudio, insieme a Bernardo Bertolucci, mentre assisteva alle proiezioni dei film d’autore che arrivavano da tutta Europa. Ai grandi registi è sempre piaciuto frequentare i cineclub della Capitale. E lo testimoniano anche le porte del Cinema Azzurro Scipioni, la sala del regista Silvano Agosti che ha aperto i battenti negli anni ’80, sulle quali si possono trovare centinaia di dediche di personaggi autorevoli come Ettore Scola ed Ennio Morricone.
Il cinema d’autore al Filmstudio e all’Azzurro Scipioni è di casa, e dal 20 dicembre prenderanno il via due belle rassegne. «Godard retrouvé» (Filmstudio dal 20 dicembre al 9 gennaio) e «Roma. La città sullo schermo» (Azzurro Scipioni dal 20 dicembre al 27 marzo).
Al Filmstudio verranno presentati i film di Godard inediti e introvabili in Italia, che per molti potrebbero rappresentare una vera scoperta: il regista francese è infatti conosciuto, o forse etichettato, come il regista di «Fino all’ultimo respiro», un film che ha scardinato e nozioni dello spazio e del tempo che regolavano fino ad allora la settima arte lasciando senza fiato i critici.
In realtà nel suo cinema c’è molto di più. C’è la militanza, l’impegno politico e soprattutto la modernità, un concetto sul quale ancora oggi si concentra l’opera del «giovane turco» che continua incessantemente a lavorare nel suo studio vicino a Ginevra.
Un titolo tra tutti che verrà presentato nell’ambito della rassegna, «Passion» del 1987, film interpretato da Isabelle Huppert e poco conosciuto in Italia: un regista ha in mente di fare un film dal titolo «Passion», vuole dedicarlo ai grandi pittori come Goya, Delacroix e Rembrandt, e lo fa attraverso i tableaux vivants (i quadri viventi), senza però mettere in scena una storia lineare. Il cinema di Godard, che in questa pellicola diviene un pittore, è fuori dagli schemi e moderno perché dialoga con le altre arti, in questo caso la pittura. Un’altra pellicola antinarrativa che sarà presentata è «Pierrot le fou» del ’65, con Jean-Paul Belmondo, Anna Karina, che per un certo periodo fu la musa di Godard, e Jean-Pierre Léaud, l’attore scoperto da Truffaut.


E ci saranno anche i film politici che rappresentano una parte importantissima della sua produzione: «For ever Mozart» sulla guerra in Bosnia e «Les carabiniers» scritto da Roberto Rossellini.

Commenti