Cultura e Spettacoli

Tv italiana in prima fila a Cannes

120 Paesi discutono i programmi del futuro

da Cannes

La tv fatta dagli spettatori è stata bocciata dal blablaficio del Miptv di Cannes. La fiera tv si è aperta lunedì con un cocktail offerto da Mediaset. Per capire come saranno i programmi televisivi di domani, in una settimana si devono ascoltare 12.000 professionisti di 120 paesi di tutto il mondo mentre verranno negoziati diritti tv per 4 miliardi di euro. Secondo Variety, nella inevitabile cacofonia poliglotta, mai come quest'anno però le opinioni sono concordi. Gli User Generated Content, i minivideo prodotti dagli spettatori e che hanno fatto la fortuna di YouTube, devono morire. «Se vogliamo avere una speranza per la nostra esistenza futura», ha spiegato la tedesca Cristiane zu Salm, capo della About Change Ventures GmbH durante un seminario affollato all'inverosimile. Quest'anno il paese ospite d'onore del Miptv è l'Italia. Le fiction di Rai e Mediaset hanno aperto la settimana. Soprattutto la grande coproduzione internazionale (7 paesi coinvolti) Guerra e pace realizzata dalla Raifiction di Saccà e dalla Lux di Matilde Bernabei. Un momento di soddisfazione nazionale. Andando in giro per Cannes, infatti, l'impressione è che la programmazione delle altre tv non sia un gran bel vedere. La tv italiana sembra un oasi. Qualità, buon gusto, cultura. Ha sorpreso quindi la prima conferenza «italiana» affidata ad Antonio Campo Dall'Orto, che è il capo di Mtv South Europe e amministratore delegato di Telecom Italia Media. Innanzitutto, voce fuori dal coro, ha difeso gli User Generated Content. Contro l'opinione generale, ha annunciato di aver dato vita ad un nuovo modello di business. Gli Ugc verranno pagati o, in qualche caso, addirittura commissionati. Intanto nel resto del mondo le cose si muovono, è vero, ma sempre di più in direzione della qualità e della professionalità.

Infatti il Sundance Channel, inventato da Robert Redford sull'onda del successo ventennale del suo festival dedicato ai nuovi talenti del cinema Usa, ha lanciato proprio a Cannes il «Green Channel».

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