Politica

Udc, scoppia il caso Sicilia

da Roma

«Ha perduto la Cdl ma non ha vinto l’Unione» - dichiara soddisfatto il vero vincitore delle elezioni di Agrigento, il capogruppo al Senato dell’Udc, Francesco D’Onofrio. E’ stato lui infatti sin dal primo momento a schierarsi accanto al vincitore, il 34enne Marco Zambuto, il giovane segretario dell’Udc di Agrigento che di fronte al no della Cdl alla sua candidatura a sindaco si è dimesso dal suo partito (lo stesso del padre e del suocero), ha trovato l’alleanza dei diessini del viceministro Angelo Capodicasa sin dall’inizio e al ballottaggio quello dei Verdi e della Margherita, raccogliendo il 62,92%. Dall’altro lato Fi e il coordinatore regionale Angelino Alfano (di Agrigento), il segretario e il vicesegretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa e Totò Cuffaro (di Agrigento), tutti a sostenere il candidato del Mpa, Enzo Camilleri, medico, un tempo della sinistra extraparlamentare e poi del Pci. Sacrificio necessario perché l’Mpa sostenesse la candidatura a Palermo di Diego Cammarata (che nello scontro con Leoluca Orlando ha vinto al primo turno).
«Non è un voto contro l’Udc, ma contro gli accordi che l’Udc ha fatto sacrificando la sua autonomia alla coalizione» - accusa D’Onofrio che nel corso della campagna elettorale si è scontrato duramente con Cuffaro e Cesa, dichiarando che se avesse vinto il suo candidato Zambuto avrebbe chiesto ai due, segretario e vice, conto e ragione di aver sacrificato il partito alle ragioni dell’alleanza. Oggi ribadisce la richiesta di «un dibattito approfondito alla luce di quanto è successo, perché l’autonomia nazionale del mio partito in Sicilia non c’è». Usa toni radicali il senatore D’Onofrio: «Quello di Agrigento non è un voto antipartitico ma antioligarchico. E dimostra che quando la Col non è casa della liberazione, perde». Non sarà facile comunque per il nuovo sindaco governare con un consiglio comunale che sarà formato da 22 consiglieri del centrodestra e otto del centrosinistra, visto che la liste della Cdl hanno ottenuto il 70% di preferenze. Consapevole del problema, il giovane sindaco spiega che con questo voto la città «ha dimostrato di essere molto più avanti rispetto allo schema centrodestra e centrosinistra». E avvisa: «Le elezioni oggi le ha vinte Agrigento.

Nessuno può mettere il cappello su questa vittoria».

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