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La Ue ignora l'Italia e attacca i danesi E a Lampedusa sbarcano in 1200

Bocciata Copenaghen che reintroduce le frontiere, a Lampedusa in arrivo mille immigrati. E Maroni non ci sta: "L'Europa non ha rispettato i patti". È approdato alle 7 del mattino a Lampedusa il primo di sei barconi avvistati nel Canale di Sicilia. A bordo dell’imbarcazione 166 profughi partiti dalla Libia, tra i quali nove donne e quattro bambini.  Scomparso un barcone con 220 profughi

La Ue ignora l'Italia e attacca i danesi
 
E a Lampedusa sbarcano in 1200

A Lampedusa continua l'emergenza immigrazione: il flusso continuo di sbarchi non accenna a fermarsi. È approdato alle 7 del mattino a Lampedusa il primo dei sei barconi avvistati nel Canale di Sicilia nelle ultime ore. A bordo dell’imbarcazione, scortata dalle motovedette della Guardia di Finanza, 166 profughi partiti dalla Libia, tra i quali nove donne e quattro bambini. Altri due barconi con centinaia di migranti a bordo si trovano in questo momento a circa 30 miglia dall’isola e stanno per essere raggiunti dalle motovedette della Guardia di Finanza. È invece ferma a circa 70 miglia, monitorata da una nave della Marina Militare, la ’carrettà con 220 extracomunitari che ieri aveva lanciato l’Sos con un telefono satellitare. Nella zona, di competenza maltese per quanto riguarda i soccorsi, si stanno dirigendo anche alcune unità partite dalla Valletta. Un altro barcone, infine, è stato avvistato mentre si trova ancora in acque libiche, ad oltre cento miglia da Lampedusa.

Sono in totale 1.257, tra cui 167 donne alcune delle quali incinte e 21 minori, i profughi giunti oggi con cinque diversi barconi a Lampedusa. Tutti sono provenienti dalla Libia e originari di Paesi dell’Africa sub sahariana. Sono stati accompagnati in parte nel centro di accoglienza di contrada Imbriacola e in parte nell’ex base Loran per le operazioni di identificazione.

Non è ancora stato rintracciato il barcone con 220 profughi, tra i quali molte donne e bambini, che ieri sera ha lanciato l’Sos mentre si trovava a circa 80 miglia dalle coste libiche, al confine con le acque di competenza maltese per quanto riguarda le operazioni di ricerca e soccorso. Il telefono satellitare con il quale i migranti ieri avevano chiesto aiuto "all’Italia e a Malta", sostenendo di imbarcare acqua e di essere in difficoltà continua a squillare a vuoto. Non è possibile, quindi, stabilire l’esatta posizione del barcone attraverso il Gps dell’apparecchio. In un primo momento si era pensato che il barcone fosse uno dei sei avvistati nel Canale di Sicilia, che in questo momento viene scortato da una nave militare. Ma successivamente è stato accertato che si trattava di un’altra imbarcazione. Le autorità maltesi hanno diramato una segnalazione a tutte le navi in transito nella zona, comprese quelle della Nato impegnate nelle operazioni militari in Libia, e la Guardia costiera ha inviato nell’area una motovedetta.  

"Abbiamo sollecitato e solleciteremo ancora un’azione forte della diplomazia che ponga fine alla guerra in Libia, altrimenti non c’è modo di fermare gli sbarchi". Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, a margine della festa della Polizia penitenziaria a Roma.  

Il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Durao Barroso ha chiesto alla Danimarca di evitare ogni «passo unilaterale» in materia di rispristino dei controlli alle frontiere, durante una conversazione telefonica stamattina con il premier danese Lars Lokke Rasmussen, al quale invierà in giornata anche una lettera. Lo ha riferito la portavoce Pia Ahrenkilde Hansen, annunciando che la Commissione Ue ha svolto una prima analisi legale del provvedimento annunciato dalla Danimarca.

Il risultato preliminare evidenzia che le misure danesi - ha detto la portavoce - sollevano «molti dubbi» sulla conformità con il Trattato Ue e la legislazione europea in materia di libera circolazione di beni e cittadini e rischiano di mettere in discussione i principi di Schengen.  

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