Economia

Unicredit, buona la prima: la Borsa plaude all’aumento

Unicredit, buona la prima: la Borsa plaude all’aumento

È partito ieri l’aumento di capitale da 3,3 miliardi di Unicredit. Positiva la reazione del mercato: il titolo del gruppo ha guadagnato l’1,9% a 1,88 euro, con Piazza Affari che nella seconda seduta dell’anno si conferma ottimista. L’indice S&P/Mib è salito dell’1,5%, in rialzo anche gli altri titoli bancari: Intesa SanPaolo e Banco Popolare hanno guadagnato rispettivamente l’1,3% e l’1,5%. Unicredit si rafforza patrimonialmente in maniera inedita: emette 972mila nuove azioni che verranno offerte in ragione di 4 nuove azioni ordinarie ogni 55 ordinarie o di risparmio possedute. Ma l’esito dell’operazione è già scritto. Il prezzo di emissione delle nuove azioni è ampiamente superiore alle quotazioni: l’aumento di capitale andrà deserto mentre i nuovi titoli saranno posti a servizio di bond convertibili emessi da Unicredit e venduti solo alla clientela istituzionale. L’aumento prevede un prezzo di emissione di 3,083 euro, contro gli 1,88 di ieri. Gli azionisti che, dal 5 al 23 gennaio, si troveranno in portafoglio i diritti per acquistare nuovi titoli non avranno convenienza ad esercitarli poiché in Borsa possono trovare le stesse azioni a un prezzo inferiore del 38%.
Terminato il periodo di sottoscrizione, Mediobanca, come unica garante dell’operazione, sarà costretta ad acquistare tutti i diritti inoptati e quindi i nuovi titoli Unicredit. Ma l’obiettivo di Piazzetta Cuccia non è diventare nuovo stabile azionista di Unicredit, ma mettere a disposizione i titoli per la futura emissione di obbligazioni convertibili.
Le nuove azioni infatti non avranno nessun diritto di voto e non beneficeranno di alcun dividendo fino alla conversione. Questo permetterà agli attuali azionisti di Unicredit di non vedersi ridurre i propri diritti di voto o di diluire la quota di spettanza agli utili. I bond Unicredit offriranno un rendimento pari all’Euribor a tre mesi maggiorato del 4,5%, in linea con le condizioni di recenti operazioni bancarie di ricapitalizzazione. E i bond convertibili hanno fatto già il pieno di prenotazioni. Il 60% andrà nelle mani dei principali azionisti Unicredit: le fondazioni, il fondo sovrano della Libia, FonSai di Salvatore Ligresti. Il restante 40% è già stato sottoscritto da un pool di investitori istituzionali tra cui Mediobanca e Generali.
La compagine degli attuali azionisti potrebbe modificarsi comunque. Secondo le clausole previste dal prospetto informativo, i bond potranno essere convertiti in azioni dopo 40 giorni dall’emissione al prezzo di 3,083 euro. Qualora la quotazione dei titoli Unicredit arrivi a superare il 150% del valore di conversione (dunque 4,62 euro) in un dato periodo, a partire dal settimo anno la conversione in titoli ordinari sarà automatica. L’obiettivo finale per il gruppo guidato da Alessandro Profumo è quello di raccogliere 3 miliardi per migliorare la solidità finanziaria del gruppo.

Insieme infatti alle dismissioni appena annunciate e alla decisione di distribuire il dividendo in azioni, Unicredit ha confermato l‘obiettivo di raggiungere un Core Tier 1 di fine 2008 al 6,7%.

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