Un'isola tutta da navigare (sul web)

Un'isola tutta da navigare (sul web)

Sviluppo delle infrastrutture, accessibilità, alfabetizzazione informatica. Sono queste le parole d'ordine della rivoluzione digitale della Sardegna, che ha dichiarato guerra al «digital divide», la mancanza di fruibilità del web da parte dei cittadini legata alle diverse condizioni economiche, ai differenti livelli d'istruzione e alla qualità delle infrastrutture. La Regione ha deciso già da diversi anni di investire capitali in un settore che promette grandi opportunità, visti i numerosi studi - tra cui quello dell'Ocse - che individuano una diretta relazione tra lo sviluppo dei servizi nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e la crescita del Pil di un territorio.
Le scelte, gli investimenti, e i progetti della Sardegna finalizzati a rendere la rete alla portata di tutti oggi la collocano tra le regioni leader nel campo delle infrastrutture telematiche: grazie ai progetti attuati fino a oggi, il cento per cento dei comuni, tranne alcune piccole frazioni, dispongono della copertura dell'Adsl, il 95,8 per cento della popolazione può usufruire di una connessione a larga banda di almeno 7 megabit, e il 3,2 per cento ha una connessione in modalità Lite (con banda inferiore a 1 megabit). A rimanere tagliati fuori dalla rivoluzione digitale in salsa sarda sono – ma solo per adesso - l'1 per cento dei cittadini che a oggi risultano privi di qualsiasi accesso all'Adsl. Insomma una minoranza netta.
Un passo importante per abbattere il divario digitale è stato fatto grazie al progetto «Sics II», che ha permesso di sviluppare le necessarie infrastrutture di fibra ottica sul territorio: per i comuni con popolazione superiore ai mille e cinquecento abitanti è stata progettata e realizzata una rete che assicura il collegamento in banda larga; mentre ai centri con popolazione inferiore ai mille e cinquecento abitanti è garantita l'erogazione dei servizi di connessione attraverso ponte radio. Risultato: dal 2011 tutti i comuni sardi sono coperti da banda larga, e questo naturalmente ha anche incentivato i cittadini ad acquistare personal computer e ad abbonarsi ai servizi. I numeri parlano chiaro: oggi in Sardegna il 61,2 per cento delle famiglie possiede un pc - rispetto alla media italiana del 58,8%, - e il 49,8 per cento dei nuclei familiari ha un abbonamento a banda larga - mentre il dato nazionale è del 45,8%.
Per abbattere il «digital divide», la Sardegna ha dichiarato guerra anche all'analfabetismo informatico: con il progetto «@ll – In» la Regione dà infatti la possibilità ai soggetti svantaggiati di sviluppare le capacità per avvicinarsi ai nuovi media, oltre a potenziare il numero dei Centri pubblici di accesso a internet su tutto il territorio regionale. Il progetto ha un doppio scopo: colmare il divario in materia di disponibilità, accessibilità e competenze digitali, e qualificare per il reinserimento nel mondo lavorativo i disoccupati, grazie a corsi di formazione anche in modalità e-learning, o attraverso postazioni informatiche assistite. L'obiettivo è coprire l'intero territorio regionale con almeno un centro in ogni comune dell'isola.
In una regione dalla incontestabile vocazione turistica l'amministrazione ha avuto anche un occhio di riguardo per il free wireless, l'accesso gratuito alla rete, che viene garantito nei porti, negli aeroporti e nelle località più frequentate dai viaggiatori. Il progetto «Surf in Sardinia» ha preso avvio nel novembre del 2010, grazie a un accordo con la Provincia di Roma e il Comune di Venezia relativo alla cittadinanza digitale. La collaborazione tra gli enti prevede, tra l'altro, lo studio e la condivisione delle soluzioni adottate per la copertura wi-fi di aree pubbliche, e lo sviluppo e la realizzazione di applicazioni innovative a servizio del cittadino. Il 12 settembre 2011, a nove mesi di distanza dall'«Accordo di collaborazione sulla Cittadinanza digitale», erano già 140 i punti d'accesso gratuito a internet senza fili installati, in 52 centri dell'isola, e distribuiti capillarmente sull'intero territorio. In poco meno di un anno dalla firma dell'intesa per realizzare la prima rete wi-fi gratuita e pubblica in Italia, si sono registrati on line oltre cinquemila utenti, mentre il portale conta quotidianamente almeno 300 accessi, per un traffico giornaliero medio di 15 gigabyte.
Ma la Regione non ha esaurito affatto le iniziative per una rete sempre più accessibile: una delle ultime, in ordine di tempo, riguarda il potenziamento della rete nelle aree rurali della Sardegna, completando le infrastrutture verso tutti i comuni dell'isola che non sono ancora connessi con fibra ottica, e nei confronti dei quali non è stato manifestato nessun interesse a investire da parte degli operatori privati. Con il «Progetto Bulgas» inoltre l'amministrazione, sfruttando gli scavi per la posa dei tubi del gas, ha predisposto a costi ridotti – con un risparmio di oltre il 70 per cento - la posa di reti di telecomunicazione in fibra ottica in modo capillare sul territorio regionale, in concomitanza con le opere di metanizzazione.

Utilizzando gli scavi effettuati nei comuni per realizzare la rete di distribuzione del gas, verranno coperti con banda ultra larga – ulteriore evoluzione dei sistemi cablati - 250 paesi della Sardegna.

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