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Unità Italia, La Russa propone: riportiamo le salme dei Savoia

Il ministro della Difesa propone di riportare in Italia, in occasione dei 150esimo anniversario dell’Unità, le salme di Vittorio Emanuele III e di Umberto II, gli ultimi due re d’Italia. Soddisfatto Emanuele Filiberto: "Solo così potremo chiudere il cerchio"

Unità Italia, La Russa propone: 
riportiamo le salme dei Savoia

Roma - Riportare in Italia, in occasione dei 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia le salme di Vittorio Emanuele III e di Umberto II, gli ultimi due re d’Italia. A raccogliere l’appello di Vittorio Emanuele di Savoia inviata a un convegno sull’Unità d’Italia a Milano è stato il ministro della Difesa Ignazio La Russa.

La proposta di La Russa Il ministro della Difesa crede che "sia giusto che al di là del giudizio che si può dare sul percorso personale e storico degli ultimi due re di Italia, a anni ormai dalla loro morte possa essere accolto il desiderio dei discendenti e anche di tanti italiani di vedere riposare nella terra italiana le salme degli ultimi due re e delle loro consorti". "Si tratta di un gesto di pietà - ha detto La Russa - ma anche un gesto che rinsalda la comune appartenenza alla nostra storia italiana".

Emanuele Filiberto: "Così si chiude il cerchio" Il principe Emanuele Filiberto di Savoia ha ringraziato La Russa: "Il ritorno delle salme degli ultimi Savoia potrebbe finalmente chiudere il cerchio in vista dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Mettiamo finalmente una pietra sopra quanto accaduto in passato senza dimenticare che l’Unità fu fatta e fortemente voluta proprio dai Savoia". "Un gesto inaspettato - ha commentato Emanuele Filiberto - oarticolarmente gradito proprio oggi in vista dei festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Non ha più senso che le salme degli ultimi Savoia siano ancora in esilio - ha aggiunto - L’Italia è una Repubblica e noi siamo ritornati da semplici cittadini. Ma lo ripeto, e non dimentichiamolo, che i venti libertari sono partiti proprio dal Piemonte e da Torino grazie ai Savoia.

Mio nonno Umberto - ha concluso - è partito in Portogallo convinto che si trattasse di un esilio temporaneo e sognando sempre di poter ritornare un giorno in Italia". 

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